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Theresa May: «Londra non rientrerà nella Ue dalla porta di…

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I TEMPI DELLA BREXIT

Theresa May: «Londra non rientrerà nella Ue dalla porta di servizio»

Afp
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LONDRA - Brexit si appresta a diventare realtà: la premier Theresa May oggi ha dichiarato ai suoi ministri che la Gran Bretagna deve ora puntare sulle opportunità al di fuori dall'Unione europea e, dopo avere scelto di uscire dalla porta principale, non deve ora tentare di rientrare nella Ue «dalla porta di servizio». L'incontro di oggi, il primo dopo la pausa estiva, era atteso come momento cruciale per capire le intenzioni della May su quale strategia adottare per il dopo-Brexit.

Dopo un lungo silenzio che ha dato adito a illazioni di ogni genere, oggi la premier che ha preso il posto di David Cameron ha voluto chiarire alcuni punti fondamentali. Non ci sarà un secondo referendum, ha dichiarato, non ci saranno elezioni anticipate e il Parlamento sarà consultato ma non avrà l'ultima parola sui tempi e i modi di Brexit, ha poi fatto sapere la May. L'articolo 50 del Trattato Ue - quello che regola il meccanismo di recesso volontario e unilaterale di un Paese dall'Unione europea - non verrà invocato almeno fino all'inizio dell'anno prossimo per dare tempo al Governo di delineare una strategia negoziale coerente e dettagliata.

Accogliendo i ministri da lei scelti a Chequers, la residenza di campagna dei premier britannici, la May ha detto che «dobbiamo continuare a mettere in chiaro che Brexit significa Brexit e che riusciremo a renderlo un successo. Nuove opportunità si aprono per noi mentre forgiamo un nuovo ruolo per la Gran Bretagna nel mondo». Il compito della May è anche di riportare unità nel Governo dopo settimane di dissidi tra ministri sul futuro post-Brexit. Secondo indiscrezioni il cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond, che era un sostenitore di Remain, vorrebbe restare nel mercato unico mentre i ministri più euroscettici come Liam Fox, responsabile del Commercio Internazionale, vogliono tagliare i ponti con Bruxelles. Inoltre Fox, il ministro degli Esteri Boris Johnson e il ministro per l'Uscita dalla Ue, David Davis, hanno avuto scontri sulle rispettive competenze e perfino sui loro uffici. I ministeri di Fox e Davis sono stati appena creati dalla May, non hanno ancora una sede ufficiale o personale dedicato e si stanno “appoggiando” al ministero degli Esteri.

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