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Caso Apple, intesa a Dublino per fare appello contro Bruxelles

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RIENTRA LA SPACCATURA TRA I MINISTRI

Caso Apple, intesa a Dublino per fare appello contro Bruxelles

Il Governo irlandese si ricompatta per fare appello contro l’ingiunzione della Commissione Ue di riscuotere da Apple 13 miliardi di euro di tasse non versate. L’accordo - un’intesa di principio - è arrivato dopo la riunione tenuta oggi dai ministri irlandesi, la seconda in due giorni visto che mercoledì l’incontro si era chiuso con un nulla di fatto. L’accordo non è stato semplice e sarà ora sottoposto all’approvazione del Parlamento, mercoledì prossimo. Per vincere le resistenze dei ministri che non vedono con favore il ricorso legale, il Governo di Enda Kenny si è impegnato a tenere una revisione indipendente dell’attuale sistema di tassazione riservato alle imprese, che stabilisca «quanto le multinazionali pagano oggi e quanto dovrebbero pagare», come ha riferito il ministro John Halligan, dell’Alleanza indipendente.

Sono stati proprio i ministri indipendenti, del resto, a puntare i piedi. Martedì, quando è arrivato il giudizio della Commissione, il ministro delle Finanze Michael Noonan aveva subito dichiarato che Dublino avrebbe fatto ricorso contro una decisione senza fondamenti legali, una sorta di invasione di campo della sovranità nazionale in materia fiscale. Il timore del ministro, dichiarato, è che l’Irlanda possa perdere il suo appeal presso gli investitori internazionali, multinazionali in testa, attratti proprio da un regime fiscale favorevole; un regime che in realtà, oltre a una corporate tax già bassa, al 12,5%, permette ai colossi americani dell’hi-tech un livello impositivo ben minore (come il caso Apple ha dimostrato), infilandosi tra le maglie del diritto tributario statunitense e irlandese. E le multinazionali, molte delle quali hanno a Dublino il loro quartier generale, sono fondamentali per l’economia del Paese, tornato a correre a ritmi elevatissimi dopo la crisi, e per l’occupazione: gli ultimi dati dell’Ida, l’Agenzia irlandese per gli investimenti, stimano che un lavoratore del settore privato su cinque sia impiegato in una multinazionale.

Rifiutare di incassare una cifra monstre - 13 miliardi equivalgono al budget sanitario dell’anno scorso in Irlanda - è apparso ad alcuni ministri una mossa a dir poco impopolare per un Paese che esce da un periodo di rigida austerity. Di qui le resistenze, che hanno fatto temere anche per la tenuta del Governo, un fragile esecutivo di minoranza che si regge grazie al sostegno garantito al Fine Gael del premier Enda Kenny proprio dagli indipendenti e a un patto di non belligeranza con l’opposizione. L’allarme politico per ora è rientrato. La questione fiscale sollevata dal caso Apple è destinata invece a rimanere al centro del dibattito dei prossimi mesi.

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