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Iraq, svelato un piano Isis per colpire la diga di Mosul. Contingente…

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nel mirino il contingente italiano

Iraq, svelato un piano Isis per colpire la diga di Mosul. Contingente italiano a rischio

La diga di Mosul (Epa)
La diga di Mosul (Epa)

Per ora si tratta di un piano, folle e distruttivo. Ma di folli attentati l'Isis ne ha concepiti diversi, e fortunatamente, nella maggior parte dei casi, non è riuscita a metterli in pratica o ha rinunciato. Quello (possibile) svelato oggi, diretto contro la diga di Mosul, dove sono dislocati centinaia di italiani, tra militari e civili, non è tuttavia da prendere alla leggera. Secondo «qualificate fonti di Intelligence», citate dal sito Wikilao, un «warning specifico e dettagliato» parla del progetto di un grande attentato, «il più grosso attacco mai concepito dall'Isis nello scenario iracheno». Sarebbe stato ideato diversi mesi fa e tenuto in segreto.

LA DIGA DI MOSUL

Per l'attacco alla diga, che sorge a 50 km da Mosul, roccaforte irachena dello Stato islamico, il piano prevederebbe lo schieramento di un'armata di «circa 200 elementi (tra cui molti foreign fighters), sparpagliati in diversi villaggi». A Mosul è schierata la task force “Presidium ” (che sarà composta da 500 militari di cui i primi sono arrivati in aprile), il cui compito è per l'appunto quello di proteggere la diga. Si tratta di un'infrastruttura molto importante; fornisce elettricità a quasi sei milioni di persone distribuite su un territorio molto esteso, tra cui Mosul, seconda città dell'Iraq.

Il suo sabotaggio provocherebbe una catastrofe, non solo umanitaria, ma anche ambientale. Anche perché la diga versa già in condizioni critiche. La ditta italiana Trevi è stata inviata con i suoi tecnici proprio per metterla in sicurezza ed eseguire gli opportuni interventi per riammodernarla. Costruito nel 1982 per volontà dello stesso Saddam Hussein, questo enorme bacino in mezzo al deserto ha una capacità di 11 miliardi di litri ed una profondità massima di 330 metri.

Il problema, presente già allora, è rappresentato dagli strati geologici, davvero molto deboli. I tecnici che la costruirono gettarono alla base grandi strati di gesso. Che tuttavia assorbono continuamente acqua e richiedono una costante attività di svuotamento. E con una certa cadenza anche iniezioni di cemento. Insomma una gestione difficile che l'Isis ha del tutto trascurato creando danni ingenti.

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