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Grecia al palo sulle riforme. Ultimatum dell’Eurogruppo a Tsipras

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ATENE E L’EUROPA

Grecia al palo sulle riforme. Ultimatum dell’Eurogruppo a Tsipras

François Hollande e Alexis Tsipras (Afp)
François Hollande e Alexis Tsipras (Afp)

BRATISLAVA - I ministri delle Finanze della zona euro hanno colto l'occasione oggi di una riunione informale qui in Slovacchia per esortare la Grecia a continuare sulla strada della modernizzazione della sua economia. Il Paese mediterraneo è in evidente ritardo nell'adottare le misure concordate con i suoi creditori e che sono preliminari al versamento di nuovi aiuti finanziari per un totale di 2,8 miliardi di euro (sui 10,3 miliardi già decisi dai ministri in primavera).

«Abbiamo perso molto tempo – ha affermato in una conferenza stampa il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem – Dobbiamo veramente fare progressi. L'estate è terminata, ed è giunto il momento di rimettere in cantina il materiale di campeggio». L'uomo politico olandese ha poi aggiunto: «Spero che avremo fatto progressi alla fine del mese. Potremo sborsare nuovi aiuti solo se saranno introdotte le misure richieste a suo tempo».

Sulla base degli impegni presi in maggio, il governo greco deve adottare entro metà settembre 15 specifiche misure per ottenere nuovi crediti, così come previsto dal terzo piano di salvataggio siglato con i creditori nell'agosto dell'anno scorso. Per ora, sono state adottate solo due misure su 15. Il ministro delle Finanze greco Euclide Tsakalatos si è impegnato qui a Bratislava a chiudere la partita entro fine mese. Ancora aperti sono in particolare i dossier relativi alle privatizzazioni e all'energia.

Ciò detto, «la discussione tra i ministri è stata senza tensioni e corta», ha spiegato un funzionario comunitario. Esponenti bruxellesi notano che in questo momento non vi sono rischi di una stretta della liquidità. C'è il desiderio di mantenere un clima sereno. «Non è una novità, con la Grecia, vedere l'adozione delle misure concordate solo nella fase finale del periodo che era stato deciso», ha detto dal canto suo - caustico o realistico? - il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. Da Atene, il premier Alexis Tsipras ha chiesto nuovamente un taglio del debito pubblico tout court. Qui a Bratislava, sia il presidente Dijsselbloem che il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici hanno preferito non rispondere a tono.

Il ritardo accumulato dalla Grecia rischia però di non essere rassicurante agli occhi del Fondo monetario internazionale. L'Fmi ha detto che parteciperà al piano di aiuti solo se avrà rassicurazioni sulla sostenibilità del debito greco (che ha raggiunto il 180% del Pil), rassicurazioni che dipendono anche dall'adozione delle concordate riforme economiche (si veda Il Sole/24 Ore del 26 maggio). Sul fronte del debito, i creditori si sono messi d'accordo per misure di breve (pre-2018), medio (post-2018), e lungo termine.

Per ora, i creditori sono d'accordo per alleggerire il servizio del debito pubblico greco, evitando qualsiasi ristrutturazione radicale. La riunione ministeriale di oggi qui a Bratislava si svolge mentre ad Atene il premier Tsipras ha invitato i leader politici dell'Europa del Sud per concordare una posizione comune su nuove politiche di bilancio europee, da opporre a quelle perseguite finora. L'iniziativa non piace a molti paesi membri, soprattutto del Nord Europa. A questo proposito, a margine dei colloqui ministeriali di ieri, il democristiano Schäuble ha affermato: «Credevo fosse una riunione di leader di partito e non commenterò su questo. Quando i leader socialisti si incontrano, per lo più non viene fuori nulla di molto intelligente». La battuta è certamente stata rivolta al governo greco che ha organizzato un vertice controverso, ma nasconde anche probabilmente un assaggio della campagna elettorale tedesca in vista del voto federale del 2017.

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