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Malore di Clinton, Trump ordina silenzio allo staff

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Malore di Clinton, Trump ordina silenzio allo staff

Hillary Clinton dopo il malore ieri a New York
Hillary Clinton dopo il malore ieri a New York

Il malore di Hillary Clinton ieri a New York durante la cerimonia in ricordo delle vittime dell’11 settembre, è stato un fatto inatteso che ha scosso la campagna elettorale americana. La reazione di Donald Trump desta oggi egual stupore. Il miliardario suo avversario ieri ha commentato «non ne so niente», oggi a freddo decide di non dire nulla sull’accaduto, anzi ordina il silenzio al suo staff pena il licenziamento. Eppure sinora è stato proprio The Donald a insinuare seri problemi fisici di Clinton, ad aprile addirittura ha detto che l’attentato di Bengasi in Libia in cui sono morti quattro americani fra cui l’ambasciatore Stevens era stato causato dalla debolezza di Clinton, che informata dell’attacco jihadista, non diede l’ordine di salvare i connazionali: «se ne andò a letto perché troppo stanca», una delle tante cose che Trump ha affermato in pubblico senza addurre prove.

Clinton si sente male alla cerimonia dell'11/9

Oggi invece il candidato repubblicano a un passo dalla Clinton - l’ultima media dei sondaggi lo darebbe a tre punti dalla democratica - sceglie di non approfittare dell’«enorme regalo», come lo definisce l’Economist. Il settimanale britannico, lontano dall’isteria dei media americani, osserva: «Clinton ha dato un’immagine di debolezza, il fatto che è donna non aiuta. Adesso gli elettori già furibondi con lei che rappresenta l’establishment, spaccheranno il capello in quattro». Eppure Donald non ne approfitta, non subito almeno. La campagna di Trump - fonti Cnn e Bloomberg - fa sapere di voler essere «rispettosa» del malore di Clinton, i dipendenti ricevono l’ordine di non pubblicare nulla sui social media sulla polmonite diagnosticata ieri che costringe Hillary a cancellare i viaggi elettorali in California e Nevada.

Una nuova folle puntata di questa campagna politica. Trump ha sempre accusato i media di boicottarlo, quando è di buonumore dice che subisce un «doppio standard» quando si arrabbia li chiama falliti. Adesso i media pongono domande a Hillary, e Donald tace. Perché? Tattica? Paura di un sostituto più forte di Clinton? Paura di rendere più simpatica l’antipatica per eccellenza? Paura di vincere? O solo un giorno di ordinaria umanità?

«Spero che Clinton si rimetta presto e torni in pista - dice Trump al telefono con Fox News - ci vedremo al dibattito» (il primo è in programma il 26 settembre ndr). Incalzato sul malore dell’avversaria, se le considizioni di salute sono un argomento politico, risponde «penso che lo siano», ma evita l’affondo. Risponde invece a chi come David Scheiner, ex medico del presidente Obama, fa notare che anche la sua salute, quella di un uomo di settant’anni, potrebbe essere una «questione politica». Donald dice di essersi sottoposto ad una visita medica la settimana scorsa, quando avrà risultati li diffonderà «nei minimi dettagli». «Spero che siano buoni, sono convinto che saranno buoni, mi sento benissimo». Come un politico normale, sceglie invece di criticare Clinton che definisce metà dei supporter di Trump «una banda di miserabili», «il più grave errore di una stagione politica», dice in un misurato inedito commento.

I siti americani parlano del malore di Clinton e per ora non lo sommano «alle altre bugie e omissioni» della candidata, a cominciare dalle famigerate mail che come segretario di Stato inviò da un account di posta privato. Giornalisti di New York Times, Washington Post - giornali non ostili a Hillary - chiedono a questo punto bollettini medici più dettagliati. Qualcuno si chiede anche se la candidatura di Clinton sia a rischio, se reggerà fino a novembre, se un altro democratico dovrà sostituirla e chi.

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