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fra bruxelles e brexit

È inglese il nuovo commissario Ue alla sicurezza delle frontiere contro la minaccia terrorista

Julian King, commissario designato per la sicurezza dell’Unione
Julian King, commissario designato per la sicurezza dell’Unione

Sir Julian King, già ambasciatore in Irlanda e Francia, è il nuovo commissario Ue per la sicurezza dell’Unione. Nel mondo di mezzo che sta fra il voto del 23 giugno con cui la Gran Bretagna ha deciso di lasciare l’Ue e i tempi per attivare l’uscita (l’ormai famoso articolo 50 del Trattato), un diplomatico inglese si occuperà di proteggere le frontiere europee dalla minaccia terrorista.

Non sfugge l’ironia della cosa: il referendum su Brexit si è giocato anche sulla paura dell’immigrazione e di attacchi jihadisti, la Gran Bretagna ha da poco annunciato di voler costruire una barriera a Calais - frontiera con la Francia - ma un diplomatico cinquantenne con bella carriera alle spalle si prepara a entrare nel governo europeo.

Sir King, in passato anche incarichi all’allargamento Ue e alla Nato, ha oggi ottenuto il sì del Parlamento europeo - 394 voti favorevoli, 161 contrari, 83 astenuti - consultazione obbligatoria per la designazione.

Dopo le dimissioni del commissario ai servizi finanziari Jonathan Hill a fine giugno, l’ex premier Cameron sceglie King per rappresentare la Gran Bretagna nell’esecutivo Ue a luglio come da Trattato. Il presidente Ue Jean Claude Juncker ne specifica le deleghe all’inizio di agosto. Finché il Regno Unito non esce dall’Ue ne è membro, così «l’ultimo commissario britannico dell’Ue» - pomposo titolo del Wall Street Journal - sì è presentato all’audizione in commissione Libe (libertà civili) lunedì scorso, in aula a Strasburgo oggi.

Sir King al posto di Lord Hill. C’era un po’ di perplessità fra gli eurodeputati di Libe ma alla fine l’inglese ha convinto. «I nostri trattati ci impongono di scegliere una persona - dice Cécile Kienge, ex ministro all’Integrazione ed eurodeputata Pd nella commissione Libe - la questione rimane fuori da Brexit.

King ci ha rassicurato che non parlava come cittadino britannico. La crisi che sta vivendo l’Unione è anche una crisi di sicurezza ma King ha dato rassicurazione anche riguardo ai diritti fondamentali. Ha comunque una strategia chiara contro terrorismo e il pericolo estremista». Il tema dell’uscita dell’UK dall’Ue è stato posto, continua Kienge, «ma questo processo durerà due anni, due anni e mezza e ancora la procedura non è partita. Domande e perplessità dci sono state ma il giudizio alla fine è stato buono. Ha dato prova di conoscere la materia in tutti i suoi aspetti quindi dalla sicurezza al diritto d’asilo. Alla fine nella valutazione hanno prevalso due elementi: la durata della procedura e la capacità del commissario».

«Il giudizio dopo l’audizione è stato positivo da parte di tutti, detto questo qualche perplessità sulla sicurezza dell’Unione in mano a un inglese è stata esternata - dice Salvatore Pogliese, eurodeputato dei popolari -. King giurerà fedeltà all’Unione europea non alla Gran Bretagna. Ha cercato di eliminare quasiasi nube attorno al suo ruolo. La delega a King può apparire importante ma in realtà la sicurezza è competenza nazionale. Inoltre Juncker ha cercato di darle qualche contenuto in più, ma la materia resta nelle mani di Avramoupolos (commissario immigrazione, affari interni e cittadinanza ndr)». King ha così promesso «di occuparsi di lotta al terrorismo lungo le frontiere esterne dell’Unione, radicalizzazione su internet, Europol e supporto economico alle vittime del terrorismo. Tutti si augurano che l’uscita sia formalizzata al più presto per superare questa situazione di imbarazzo ma alla fine anche i verdi, i più perplessi, erano convinti» dice Pogliese.

«King - conferma via email Laura Ferrara, eurodeputata Cinque stelle - si è dimostrato preparato e durante l'audizione in commissione ha risposto alle nostre domande in modo dettagliato. Resta il fatto che ci sorprende la nomina di un inglese in un momento così particolare per i rapporti tra Regno Unito e Europa, e su questo punto abbiamo chiesto chiarimenti direttamente a Juncker. Ad esempio: una volta che il Regno Unito avrà completato la Brexit, cosa accadrà a Sir Julian King e al suo portafoglio? Non è nemmeno stata fatta chiarezza sulla tipologia del suo mandato: King ha parlato in termini molto generali solo di una task force tra commissari, ma non è ben chiaro il confine della sua competenza».



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