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Nuovi posti di lavoro, Italia e Francia lontane da Germania e Spagna

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Nuovi posti di lavoro, Italia e Francia lontane da Germania e Spagna

Olycom
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La crescita dell'occupazione in Italia ha accelerato negli ultimi quattro trimestri e dovrebbe beneficiare in futuro degli effetti del Jobs Act, secondo uno studio diffuso oggi dalla Banca centrale europea. L'Italia, e soprattutto la Francia, restano comunque indietro, in termini di creazione di posti di lavoro, rispetto agli altri due grandi Paesi dell'eurozona, Germania e Spagna, dove misure di riforma del mercato del lavoro sono state realizzate molto prima.
Nello studio, gli economisti della Bce rilevano che la crescita dell'occupazione nell'eurozona dopo la crisi, dopo aver toccato il fondo nel 2013, è stata superiore a quella che ci si poteva attendere sulla base dell'andamento della crescita, ed è quindi una “sorpresa positiva”.

Solo ora tuttavia i livelli occupazionali stanno recuperando quelli di prima dello scoppio della crisi globale nel 2008, in netto ritardo rispetto agli Stati Uniti. Dalla metà del 2013, comunque, sono stati creati nell'area euro 3,8 milioni di posti di lavoro.
Il rimbalzo dell'occupazione nell'eurozona è stato provocato principalmente da Germania, dove i posti di lavoro hanno segnato un modesto declino anche durante la recessione, grazie tra l'altro all'applicazione del kurzarbeit, la riduzione delle ore di lavoro, e Spagna.

OCCUPAZIONE NELL'AREA EURO E NEGLI USA DOPO LA GRANDE RECESSIONE
Picco pre-crisi=100 (Fonte: Eurostat, US Bureau of Labor Statistics, ECB)

I due terzi circa dei posti di lavoro creati nell'area euro dalla metà del 2013 sono stati in questi due Paesi. La Germania ha riformato il mercato del lavoro a metà del decennio passato e la Spagna già nel corso della recessione. Francia e Italia hanno invece contribuito alla crescita dell'occupazione nell'area della moneta unica solo per il 13%, anche se la Bce riconosce l'accelerazione ottenuta in Italia negli ultimi quattro trimestri e sottolinea l'aspettativa che le riforme continuino a portare benefici in futuro. Lo studio peraltro differenzia fra riforme più strutturali, come quelle realizzate in Germania e Spagna, con effetti permanenti e altre, basate sull'applicazione di incentivi fiscali, come in Italia.

QUOTA DEI PAESI NELLA CRESCITA DELL'OCCUPAZIONE DELL'AREA EURO 2013-2016
Primo trimestre (Fonte: Eurostat, ECB)

I risultati delle riforme in Germania e Spagna e, più recentemente, in Italia, osserva la Bce, possono incoraggiare altri Paesi ad intraprendere a loro volta misure per il mercato del lavoro. Tra gli altri che hanno introdotto riforme approfondite in quest'area lo studio cita il Portogallo e Cipro.

Non tutto il miglioramento dell'occupazione può essere però attribuito alle riforme: lo studio osserva che buona parte della crescita negli ultimi anni è venuta da settori, come i servizi, dove l'impiego del fattore lavoro è più intensivo. Inoltre è stato in parte ottenuto con la riduzione delle ore lavorate per persona.
Il recupero dell'occupazione ha peraltro un rovescio della medaglia: il calo della produttività, in parte anch'esso dipendente dallo spostamento settoriale.

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