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Eurozona: i servizi frenano l’attività economica, bene il…

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bene il manifatturiero

Eurozona: i servizi frenano l’attività economica, bene il manifatturiero

Rallenta a settembre l’attività economica nell’Eurozona, Germania compresa, frenata dai servizi mentre continua l’espansione del manifatturiero e dalla Francia arriva una sorpresa positiva. L’indice Pmi composito della zona euro elaborato da Markit (una misura degli ordini dei direttori acquisti) è sceso, alla fine del terzo trimestre, a 52,6 dal 52,9 di agosto, segnando il minimo su 20 mesi. «L’economia sta perdendo slancio, anziché guadagnarlo», sottolinea l’istituto. In realtà l’indice di questo mese mette in evidenza tendenze contrastanti perché mentre l’attività dei servizi aumenta «al tasso più debole dalla fine del 2014, la produzione manifatturiera indica l’espansione più rapida da dicembre dello scorso anno».

La crescita delle produzione tedesca è rallentata, ai minimi da 16 mesi, a 52,7 da 53,3 di agosto, frenata dall’andamento lento dei servizi (50,6 da 51,7 di agosto) che non si vedeva da ben 39 mesi. Al contrario, l’indice del settore manifatturiero ha visto nella prima economia europea, un aumento a 54,3 dal 53,6 di agosto.

La Francia è tornata sorprendentemente in movimento, al passo più veloce dal giugno del 2015: l’indice si è attestato a 53,3 da 51, 9. In miglioramento il manifatturiero (a 49,5 da 48,3 in agosto ma sempre sotto la soglia di 50 confine tra espansione e recessione). È comunque il risultato migliore da sei mesi. Bene anche l’indice che misura l'andamento del settore dei servizi, balzato a 54,1 da 52,3 in agosto, ai massimi da 15 mesi.

«La ripresa nel settore privato tedesco sta perdendo slancio» e il tasso di espansione è debole, sottolinea Oliver Kolodseike, economista di Ihs Markit. «Una grande preoccupazione è rappresentata dai trend divergenti nell’economia, con i servizi che che non riescono ad avere una crescita significativa. Il Pmi dice che la crescita sarà probabilmente la più debole dall’estate del 2013».

La nota positiva, per la Germania come per l’Eurozona, è la fiducia sulle prospettive dei prossimi 12 mesi, ancora forte. L’impressione degli economisti è che il rallentamento in corso sia solo temporaneo.

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