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Atene approva la privatizzazione delle municipalizzate di acqua e gas

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la crisi greca

Atene approva la privatizzazione delle municipalizzate di acqua e gas

(Afp)
(Afp)

Con molte difficoltà e parecchi mal di pancia il parlamento greco ha approvato nella notte tra martedì e mercoledì un nuovo pacchetto di riforme indigeste, che comprende la privatizzazione delle compagnie dell'acqua e del gas, la liberalizzazione del mercato elettrico e altri tagli alle pensioni. L'approvazione, con 152 voti favorevoli e 141 contrari, è giunta dopo quattro giorni di acceso dibattito. Le misure erano un requisito per ottenere una nuova tranche di aiuti internazionali, pari a 2,8 miliardi di euro da parte dei creditori.

Il voto si è svolto tra manifestazioni di piazza contrarie al trasferimento del controllo dei servizi pubblici a un nuovo fondo creato dai creditori internazionali, la famigerata troika. Il nuovo provvedimento pone le aziende dell’elettricità, del gas e dell’acqua pubblica sotto il controllo del fondo per 99 anni. Il Fondo sarà guidato da un presidente scelto dai creditori, mentre il ministro delle Finanze greco manterrà il controllo generale. «Ora venderete anche l'Acropoli!», hanno gridato fuori dal Parlamento centinaia di manifestanti, la maggior parte composta dai dipendenti dell'azienda municipalizzate dell’acqua potabile.

«Stanno svendendo la ricchezza e la sovranità della nazione», ha detto George Sinioris, capo dei lavoratori dell'azienda dell'acqua potabile, mentre i manifestanti sventolavano le bandiere nere dell’anarchia e gridavano slogans contro il governo Tsipras.

«Continueremo la lotta con scioperi e cortei per difendere la proprietà pubblica dei servizi di base», ha detto alla Associated Press il sindacalista Sinioris.

Il Fondo prenderà anche il controllo della metropolitana di Atene, una azienda che produce veicoli militari e un fondo pubblico di gestione immobiliare. La troika sostiene che raccogliere gli attivi pubblici da privatizzare sotto un unico ombrello favorirà la messa sul mercato dei beni pubblici e faciliterà il rimborso del debito. Il governo di sinistra del primo ministro Alexis Tsipras ha promesso pubblicamente di tenere le principali utilities come le municipalizzate del gas e dell’acqua potabile sotto il controllo dello Stato e il ministro delle Finanze, Euclide Tsakalotos, ha ripetuto questo impegno nel dibattito parlamentare.

«Lo stato greco rimane l'unica delle parti interessate a questi beni», ha detto Tskalotos ai legislatori poco convinti. I partiti di opposizione, tra cui Nea Dimokratia, hanno votato tutti contro il disegno di legge.

La pressione da parte dei creditori della troika ha costretto il governo Tsipras ha fare retromarcia su molte delle promesse fatte in campagna elettorale. Tsipras ha dovuto alzare le imposte sul reddito e ridurre ulterirmente le pensioni. Ma il debito resta al 180% del Pil, un livello che lo stesso Fmi considera insostenibile. Quest’anno il Paese sarà ancora in recessione con una disoccupazione a quota 28%, la maggiore della zona euro.

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