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«Flash crash», così la sterlina è crollata del 6%…

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LA VALUTA BRITANNICA

«Flash crash», così la sterlina è crollata del 6% in due minuti. Errore da sindrome delle dita grasse?

La chiamano “fat fingers”, una sorta di sindrome delle dita grasse. Dita reali o virtuali che per errore tecnologico o umano toccano il tasto sbagliato innescando il crollo dei mercati. È accaduto questa notte alla sterlina sui mercati asiatici precipitata nel volgere di pochi istanti del 6,1% sulla scia di vendite senza fine che l’hanno schiacciata su valori mai visti da molti decenni.

È arrivata a sfiorare 1,184 contro il dollaro per poi, due minuti più tardi, rimbalzare fino a 1,23, livello che la lascia ancora ai minimi storici degli ultimi decenni (qui il cambio in tempo reale contro il dollaro e qui quello euro/sterlina). In serata la valuta britannica lasciava ancora sul terreno oltre un punto e mezzo percentuale sia contro l’euro sia contro il dollaro, segno che lo shock notturno era stato superato solo in parte. Dalla vigilia del referendum del 23 giugno scorso la sterlina ha perso il 14,7% sull’euro e il 16,4% sul dollaro. L’attacco al pound è ancora un mistero, ma secondo esperti di mercati potrebbe essere stato l’errore umano di un trader che ha abbattuto i supporti innescando vendite a ripetizione oppure la iper sensibilità di un algoritmo attivato automaticamente dall’elaborazione dei commenti riportati dal Financial Times e attribuiti al presidente François Hollande sulla Brexit. In altre parole il flash crash sarebbe stato provocato dall’interpretazione precipitosa - umana o matematica - delle parole del capo di Stato francese che sono state “tradotte” in un incoraggiamento a vendite massicce. Il rimbalzo è giunto due minuti piu tardi e questo conferma la teoria dell’errore nelle trading rooms o quantomeno della non volontarietà. A spiegare il repentino crollo c’è poi l’orario: è accaduto poco dopo l’una di notte, quando i volumi di scambi sono ai minimi, con i trading americani che hanno appena concluso la loro giornata e quelli asiatici che devono ancora iniziarla.

“Londra ha deciso di procedere sulla via della Brexit. E credo di una hard Brexit e allora ritengo si debba andare fino in fondo”

François Hollande, presidente francese 

Ma che cosa ha detto Hollande per mandare in tilt il cervello di un impiegato di banca o l’algoritmo che regola il trading del pound?
Parole e toni che lasciano immaginare una dura battaglia sui termini del divorzio anglo europeo. «Londra - ha detto il presidente francese - ha deciso di procedere sulla via della Brexit. E credo di una hard Brexit (uscita anche dal mercato interno, ndr) e allora penso che si debba andare fino in fondo». Una replica secca ai toni nazionalistici e autarchici spolverati dalla signora premier Theresa May al congresso conservatore. Severi abbastanza per innescare una nuova, momentanea crisi del pound. Un errore? Probabilmente, ma la sterlina resta nel mirino. Ora e per molti mesi a venire.

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