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Eurogruppo, via libera a 1,1 miliardi di aiuti alla Grecia

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promosse le riforme di atene

Eurogruppo, via libera a 1,1 miliardi di aiuti alla Grecia

La Grecia del premier Alexis Tsipras può tirare un sospiro di sollievo. L’eurogruppo, i ministri delle Finanze dei 19 Paesi euro presieduti dall’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha certificato che il governo di coalizione greco, formato dal partito di maggioranza relativa Syriza con i “Greci indipendenti”, ha votato in aula le 15 riforme prioritarie necessarie per ottenere l’ennesima tranche di finanziamenti da parte dei partner internazionali relativi al terzo piano di aiuti da 86 miliardi di euro. Le riforme prevedevano tagli alle pensioni, un fondo nuovo per il rilancio delle privatizzazioni e una maggiore autonomia dell’Agenzia delle Entrate dalle interferenze politiche, così da rendere effettiva la lotta all’evasione fiscale, una vera e propria piaga del Paese mediterrraneo.

Il via libera ottenuto a Lussemburgo da Atene è molto importante perché mette in un angolo i “falchi” dell’eurogruppo e dà nuovo slancio all’azione di risanamento che il governo ellenico sta faticosamente portando avanti tra molte proteste di piazza per poter in futuro ridurre le politiche di austerità e tagliare i tempi di una inclusione di Atene nel quantitative easing della Bce, programma di acquisti di titoli di stato da cui oggi la Grecia è esclusa a causa del suo rating insufficiente.

«L'attuazione del set di 15 riforme (milestone) prepara la strada a un primo finanziamento da 1,1 miliardi di euro», si legge nella dichiarazione finale. I progressi effettuati da Atene nel rimborso dei debiti arretrati da parte della pubblica amministrazione renderà possibile un ulteriore esborso di 1,7 miliardi a fine ottobre destinati allo speciale fondo per finanziare gli arretrati: in tutto, dunque, 2,8 miliardi che completano la seconda tranche da 10,3 miliardi.

Un particolare interessante riguarda il fatto che «i restanti 1,7 miliardi saranno sbloccati una volta che le istituzioni avranno valutato il pagamento degli arretrati del Governo verso i fornitori, valutazione che verrà fatta su dati in arrivo a fine ottobre».

L'accordo fra la Grecia e i partner europei per un terzo programma di aiuti da 86 miliari in cambio di un intenso e impopolare piano di riforme era stato raggiunto nel luglio 2015 al termine di una lunga e complessa trattativa con il governo Tsipras. Finora il Fondo monetario internazionale non ha partecipato a questo piano, insistendo sulla necessità di una ristrutturazione del debito greco, che invece non tutti gli altri Paesi (Germania in testa) e istituzioni europee coinvolte (i partner Euro, la Commissione Ue, la Bce e il fondo salva stati Esm) condividono.

La discussione su questo tema spinoso è stata avviata la scorsa primavera, prevedendo misure concrete nel 2018, ma non è stata all'ordine del giorno della riunione di oggi a Lussemburgo. Il Fmi chiede anche di ridurre il surplus primario all’1,% mentre il programma europeo è al 3,5%, considerato irrealistico dall’istituzione di Washington.

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