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Nobel per l’Economia agli studi sulla teoria dei contratti

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Hart e Holmström

Nobel per l’Economia agli studi sulla teoria dei contratti

Foto Afp
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La teoria dei contratti è uno strumento potente, un rivelatore ‘buco della serratura' da cui guardare a molti problemi dell'economia. E il premio Nobel dell'economia 2016 – assegnato a Oliver Hart e Bengt Holmström – riconosce il contributo di questi due economisti a un fertile campo di indagine.
La scienza economica – lo si è detto più volte – sta cambiando pelle per due grandi ragioni. Una legata al funzionamento del sistema economico propriamente detto: la Grande recessione ha rivelato – e il prezzo pagato è stato alto – gli anelli mancanti nell'analisi economica per quel che riguarda le interazioni fra finanza ed economia.

La seconda ragione sta nel fatto che l'economia si sta aprendo sempre più ad altre ‘scienze dell'uomo', dalla sociologia alla politologia, dalla psicologia alla storia, dal diritto alla neurologia... I due premiati appartengono a un fecondo ramo di questi connubi delle scienze sociali: diritto ed economia, ‘Law and Economics', per usare la dizione inglese.

Ormai da tempo l'Accademia delle Scienze svedese ha riconosciuto questi legami, e sempre più spesso premia studiosi che si sono distinti in queste nuove frange della scienza economica. Forse uno dei problemi più noti fra quelli legati a questi studi è quello della relazione fra mandante e mandatario (Principal/Agent): come assicurarsi che l'agente faccia gli interessi del mandante? Bengt Holmström ha dato un importante contributo in questo campo.

Nelle cronache recenti il problema è balzato sotto i riflettori con i compensi spropositati concessi a grandi banchieri e grandi managers; pagati, magari, anche quando se ne vanno, malgrado le società gestite avessero patito perdite milionarie. Il problema, allora, sta nel come disegnare un pacchetto di remunerazione che allinei gli interessi del mandante (l'azionista, ma qui si potrebbero inserire anche gli altri ‘stakeholders' della società, dai dipendenti ai fornitori, dalla comunità locale allo Stato...) con quelli del manager. Questo ‘allineamento' pone problemi complessi, ed è stato merito di Holmström di espandere queste analisi ad assetti più realistici di quelli esaminati nei modelli: si tratta di come distribuire la remunerazione nel tempo, della forma in cui darla (non solo monetaria, ma anche con opzioni sulle azioni o anche, per manager non apicali, con potenziali promozioni), si tratta di tener conti di possibili conflitti di interessi, di casi in cui il manager è caricato di più compiti, di casi in cui un manager può approfittarsi (free ride) del lavoro di altri, e infine di come stipulare non solo premi ma anche penalità...

Hart e Holmstroem Nobel per l'economia

Un altro campo in cui le diverse forme di contratti analizzate dai due vincitori sono cruciali è quello dell'assicurazione. Un tipo di contratto in cui l'informazione è asimmetrica: l'assicurato sa di più dell'assicuratore sulla probabilità di eventi da cui dipende l'erogazione di somme da parte di quest'ultimo. Anche qui, come disegnare i contratti per evitare forme di ‘selezione avversa'?

La teoria dei contratti va poi anche più in là. Oliver Hart ha studiato i ‘contratti incompleti' (lo sono quasi tutti), cioè quelli che non prevedono tutte le eventualità che potrebbero dar corso a reinterpretazioni e liti. Quante e quali eventualità prevedere? I risultati gettano fasci di luce radente su molte diverse questioni: da quali sono le fusioni societarie che potrebbero avere successo alla desiderabilità o meno di privatizzare scuole o penitenziari...

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