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Hacker cinesi «entrano» in portaerei Usa. In un altro…

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Hacker cinesi «entrano» in portaerei Usa. In un altro cyberattacco oscurati i maggiori siti web

(Afp)
(Afp)

Un’altra puntata della cyber war che non mette di fronte solo Russia e America ma soffre l’inevitabile variabile Cina. Una guerra asimmetrica di governi che si avvale di gruppi di hacker difficilmente riconoscibili. Stavolta l’attacco informatico è stato sferrato alla Ronald Reagan, vecchia portaerei con potenza nucleare, in manovra da luglio nel Mar Cinese meridionale. Obiettivo è carpire informazioni sulle manovre militari americane. Lo rivela al Financial Times una società di sicurezza informatica americana, la FireEye.

Gli hacker cinesi avrebbero attaccato i computer dei funzionari di governo americani che si trovavano sulla portaerei inondandoli di mail infette, l'11 luglio scorso, il giorno prima della controversa sentenza del tribunale dell'Aia sul Mar Cinese Meridionale. La portaerei in quei giorni era di pattuglia nella zona contesa - a metà ottobre ha completato un’esercitazione navale con la marina sudcoreana. La lite opponeva Manila a Pechino sulle isole Spratly nel Mar della Cina Meridionale.

Proprio ieri - e non è un caso - il presidente filippino Rodrigo Duterte ha annunciato uno strappo con gli Stati Uniti - una presa di distanza dallo storico alleato - e un avvicinamento a Pechino.

Un altro attacco informatico, dall’origine al momento sconosciuta, ha invece provocato il blocco di alcuni dei principali siti web negli Stati
Uniti, soprattutto per gli utenti internet della costa orientale. Tra i siti oscurati figurano Twitter, Financial Times, Spotify, Reddit, e-Bay e New
York Times. Il blocco è durato circa due ore. Lo ha reso noto la società Dyn, i cui server sono stati presi di mira - si spiega - da pirati informatici che hanno mandato in tilt il sistema provocando un sovraccarico di traffico.

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