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Usa nel mirino: Twitter, Cnn e decine di siti ko per tre attacchi hacker

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sotto assedio

Usa nel mirino: Twitter, Cnn e decine di siti ko per tre attacchi hacker

Sotto assedio. Prima la notizia della portaerei hackerata, poi tutta una serie di down per alcuni dei siti Internet fra i più importanti del Paese. Non è un bel giorno, questo, per l'America digitale. Un susseguirsi di attacchi hacker violentissimi sta minando le certezze statunitensi. E che possa essere un assaggio di cyber war appare molto più che una semplice ipotesi, soprattutto dopo le polemiche di questi giorni che hanno visto coinvolte la Casa Bianca e la Russia di Putin. Ma andiamo con ordine.

“Per almeno un paio d'ore, alcuni dei siti Internet più cliccati del mondo occidentale sono andati offline”

 

La piattaforma Dyn, uno dei colossi del web hosting statunitense, ha reso noto che la sua infrastruttura è stata colpita da due attacchi di tipo “DDoS” (distributed denial of service). Il risultato è stato pesantissimo: per almeno un paio d'ore, alcuni dei siti Internet più cliccati del mondo occidentale sono andati offline in gran parte degli Stati Uniti orientali. Da Twitter a Spotify, fino alla Cnn, al New York Times, al Financial Times, al colosso dei film in streaming Netflix, a Visa, al marketplace di eBay e a Reddit. Ma la lista è molto più lunga. Tutti al buio per almeno 120 minuti. Un secondo attacco - secondo quanto rende noto la società Dyn - sarebbe avvenuto intorno alle 11.52 ora locale (le 17.52 in Italia), quattro ore dopo il primo attacco delle 7.10 del mattino. «Continuiamo ad avere problemi», ha aggiunto la società che gestisce i server di migliaia di aziende. E un terzo è stato segnalato in serata.

Un’offensiva che, andando al di là del tecnicismo della notizia, ha ricadute importanti anche dal punto di vista del business. Quando siti di questo livello rimangono non raggiungibili da milioni di persone per due ore, l'impatto finanziario non è per niente trascurabile: advertising ed eCommerce si azzerano e i profitti crollano. Oggi, del resto, l'economia USA poggia in modo eloquente su aziende come Google, Facebook ed Amazon. Aziende che operano esclusivamente online. Per questo, un attacco hacker in grado di oscurarle, è un attacco agli Stati Uniti d'America.
Dyn ha fatto sapere che dopo due ore il servizio è ripreso regolarmente. Ma quanto accaduto rimane un fatto gravissimo.

Cos'è un attacco DDOS

Al momento è difficile stabilire la matrice dell'attacco. L'ipotesi russa, visti i rapporti tesissimi fra i due Paesi e le note capacità informatiche degli hacker all'ombra del Cremlino, è sicuramente una pista caldissima. I servizi di Dyn sono stati messi ko da un violento attacco DDoS (distributed denial of service). Ma cos'è un attacco DDoS? In sostanza è una variante di un attacco DoS, nella quale si impiega un vastissimo numero di computer infetti per sovraccaricare il bersaglio (il sito, o l'insieme di siti) con traffico fasullo. È come se decine di milioni di persone cliccassero contemporaneamente su un sito, andando così a saturare tutte le risorse di banda a disposizione. Il risultato è semplice: sito down. Ovviamente nei casi di attacchi vengono usati botnet in grado di cooptare milioni di computer infetti affinché partecipino - involontariamente - all'attacco.

L'attacco alla portaerei

Qualche ora prima dell'aggressione ai sistemi di Dyn, era giunta notizia di un altro attacco informatico che nei mesi scorsi aveva colpito gli Stati Uniti. Un gruppo di hacker cinesi, infatti, a luglio scorso aveva messo nel mirino la Ronald Reagan, vecchia portaerei con potenza nucleare, in manovra da luglio nel Mar Cinese meridionale. Obiettivo dei cybercriminali: carpire informazioni sulle manovre militari americane. La notizia era stata battuta dal Financial Times, su segnalazione di una società di sicurezza informatica americana, la FireEye. Gli hacker cinesi avrebbero attaccato i computer dei funzionari di governo americani che si trovavano sulla portaerei inondandoli di mail infette, l'11 luglio scorso, il giorno prima della controversa sentenza del tribunale dell'Aia sul Mar Cinese Meridionale. La portaerei in quei giorni era di pattuglia nella zona contesa - a metà ottobre ha completato un'esercitazione navale con la marina sudcoreana. La lite opponeva Manila a Pechino sulle isole Spratly nel Mar della Cina Meridionale.

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