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Bufera sulla flottiglia russa nel Mediterraneo, salta lo scalo a Ceuta

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salta lo scalo a Ceuta

Bufera sulla flottiglia russa nel Mediterraneo, salta lo scalo a Ceuta

La portaerei russa Admiral Kuznetsov nel canale della Manica
La portaerei russa Admiral Kuznetsov nel canale della Manica

È destinata a fare notizia per ragioni diverse da quelle volute. La portaerei russa Admiral Kuznetsov, in navigazione verso la Siria, viaggia alla testa di una flottiglia di otto navi da guerra. Operazione intesa a sostenere la potenza di fuoco dei russi impegnati nell’offensiva siriana ma soprattutto - considerato che Mosca ha già una base aerea in zona di guerra - voluta dal Cremlino per proiettare visivamente il ruolo acquisito nel Mediterraneo con l’intervento in Siria. Per saggiare e promuovere, come già avviene con gli altri armamenti utilizzati in Siria, l’industria militare russa.

Ma non appena ha imboccato il canale della Manica, la settimana scorsa, invece di timore la Kuznetsov ha suscitato ilarità, per quel pennacchio di fumo nero che l’ha messa alla berlina sui social network: che hanno posto l’accento sull’orgoglio un po’ arrugginito della Marina russa - commissionato nel 1990 e mai in mare per più di sei mesi - costretto a essere scortato da un rimorchiatore. Meno attenzione ha attirato l’incrociatore Pietro il Grande, carico di missili e a propulsione nucleare, in viaggio insieme alla Kuznetsov, a due navi da guerra anti-sottomarini, a quattro navi d’appoggio e, verosimilmente secondo la Nato, a sottomarini.

Mercoledì la flottiglia è tornata nell’occhio del ciclone in seguito alla richiesta russa di rifornire tre delle navi a Ceuta, énclave spagnola in Nord Africa al confine con il Marocco, attraccando dal 28 ottobre al 2 novembre. Permesso che il governo di Madrid aveva accordato in settembre, ma che è stato contestato dagli alleati della Nato dopo la ripresa dell’offensiva russa su Aleppo. In occasione del vertice Nato, a Bruxelles, il segretario generale Jens Stoltenberg ha manifestato a Madrid il timore che le tre navi russe possano essere coinvolte in attacchi contro civili in Siria: «Tutti gli alleati - ha detto Stoltenberg - sono consapevoli delle nostre preoccupazioni».

«La Spagna - ha ironizzato l’ex premier belga Guy Verhofstadt, leader del blocco liberale all’Europarlamento - ha firmato la settimana scorsa la dichiarazione dell’Unione Europea sui crimini di guerra russi ad Aleppo: oggi aiuta a rifornire una flotta in viaggio per compiere altre atrocità. Seriamente?».

Poco dopo, il ministero degli Esteri spagnolo ha comunicato la cancellazione della richiesta da parte del portavoce dell’ambasciata russa a Madrid, Vasilij Nioradze, che non ha aggiunto dettagli. Ma in seguito, da Mosca, il portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov ha addirittura negato l’intenzione di fare rifornimento a Ceuta: «Il ministero della Difesa russo non ha fatto richieste alle autorità spagnole». La flottiglia, ha aggiunto, ha tutte le risorse necessarie a completare i propri impegni autonomamente».

Da parte sua, giovedì, il ministero degli Esteri russo ha negato una partecipazione del gruppo navale al bombardamento di Aleppo, idea definita «assurda», secondo quanto ripreso dall’agenzia Ria Novosti. La Nato, si sottolinea, non ha motivo di preoccupazione. «Timori infondati - ha dichiarato dal ministero degli Esteri Andrej Kelin, commentando le parole di Stoltenberg - dal momento che i nostri aerei non si sono avvicinati ad Aleppo per nove giorni. Il gruppo navale è nel Mediterraneo, le nostre navi hanno sempre avuto una presenza lì».

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