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Dossier L'indagine Fbi riapre la campagna elettorale

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Dossier | N. (none) articoliSpeciale America al voto

L'indagine Fbi riapre la campagna elettorale

Eccola, all'improvviso, la vera sorpresa d'ottobre, anzi di fine ottobre: l'apertura dell'inchiesta dell'Fbi su nuove email di Hillary Clinton. Siamo al “game changer”? Possibile che Donald Trump possa ribaltare il tavolo grazie a un “assist” esterno? Tutto è possibile.

E il polso della preoccupazione per la notizia di ieri ce l’hanno dato subito i mercati: gli indici di borsa, che salivano comodamente sulla scia di un buon dato sulla crescita americana, hanno improvvisamente invertito la loro tendenza e sono entrati in territorio negativo.

Detto questo, a dieci giorni dalle elezioni, un’inversione brusca in mancanza di elementi incriminanti è molto difficile. Aggiungiamo che l’assist per Trump è esterno, viene dall’Fbi. Inoltre “l’intercettazione” è avvenuta nel corso di un’altra inchiesta, quella sul rapporto contorto e tumultuoso fra Huma Abedin, assistente favorita di Hillary, e l’ex marito Anthony Weiner, colpevole di gravi atti di “sexting” e perversioni sessuali. Cos’altro c’è dietro? Come possono esserci violazioni del segreto di stato in email che riguardano una coppia in crisi? Ancora non lo sappiamo. E forse non lo sapremo fino a dopo le elezioni.

Per ora fermiamoci ai fatti: quanto potrà questa notizia alterare gli equilibri elettorali da qui al prossimo 8 novembre quando si chiuderanno le elezioni americane? Cominciamo col dire che in effetti la notizia giunge nel momento migliore per Trump. Negli ultimi giorni era riuscito a frenare l’emorragia di consensi, a stabilizzarla e a invertire leggermente la tendenza. Il percorso sul piano grafico è simile a quello che è successo in altri due momenti di queste elezioni, quando Trump il 30 luglio è riuscito per la prima e unica volta a portarsi in vantaggio su Hillary toccando il 50,1% di probabilità di vincere. Un mese prima, il 29 giugno, le sue possibilità di vittoria erano del 19,7 per cento. Poi improvvisamente, finito il traino convention e con la gaffe sulla famiglia Kahn, in pochi giorni è precipitato al 12,3 per cento. Per il 26 settembre era riuscito a recuperare toccando il 45% di probabilità di vittoria dopo la finta polmonite di Hillary, poi, dopo il video scandalo e dopo dibattiti poco convincenti, il 18 ottobre scendeva ai minimi assoluti, al 12,1 per cento. Ora il gap cominciava richiudersi, molto lentamente, prima era arrivato al 14/15% di inizio settimana e ieri risaliva al 18,4% di probabilità di vittoria contro l’81,6% di Hillary. È vero che l’elasticità della curva è enorme e dunque in pochi giorni potrebbe succedere di tutto, ma il movimento più rapido a favore di Trump ha comunque comportato un’attesa di 16-18 giorni, Da oggi mancano 10 giorni alle elezioni e molta gente ha già votato in condizioni favorevoli a Hillary.

Certo, la notizia di ieri aiuta Trump che continua a ripetere il suo slogan “Crooked Hillary”, “Hillary la bugiarda”. Le conseguenze più probabili potranno esserci sulla battaglia per il Senato e su quella per la Camera. Se Hillary si indebolirà, avrà meno effetto traino sulle altre corse. Se perderà, avremo saputo che questa sorpresa di ottobre ha colpito nel segno. Del resto come abbiamo scritto più volte, per definizione un numero di probabilità, per quanto piccolo, ci dice che un evento inusuale può verificarsi. Di certo la suspense che ha caratterizzato queste bizzarre elezioni si estenderà fino agli ultimi giorni. Intanto potremo soltanto aspettare.

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