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Dossier | N. 118 articoliReferendum costituzionale

Edward Bonham Carter, Vicepresidente Jupiter: «Ecco perché il referendum preoccupa gli investitori»

Edward Bonham Carter, Vicepresidente Jupiter
Edward Bonham Carter, Vicepresidente Jupiter

«Ormai la politica produce effetti limitati, e momentanei, sui mercati finanziari. Ci sono però delle eccezioni, in cui eventi politici possono avere impatti significativi: per esempio il referendum su Brexit e quello sulla Costituzione italiana». Edward Bonham Carter, vicepresidente della società di gestione di fondi britannica Jupiter, con 44,5 miliardi di attivi in gestione, porta il pensiero di molti investitori esteri: il referendum che si terrà in Italia il 4 dicembre è una fonte profonda di preoccupazione per cui investe in Borsa.

Intende dire che il referendum italiano sia paragonabile in pericolosità per i mercati a quello su Brexit?
Non fino a quel punto, ma può comunque avere un impatto forte. La domanda che gli investitori si pongono, dall’estero, è: per cosa voteranno gli italiani? Per una riforma costituzionale? Per o contro il Governo Renzi? Oppure sul voto convergerà una più vasta protesta anti-sistemica, che potrebbe usare il referendum come grimaldello per qualcosa di più grande? Questa è la domanda. Per questo cresce l’ansia sui mercati: perché la protesta anti-sistema sta portando protezionismo in molte parti del mondo, dunque minore crescita economica. E grande incertezza. I mercati, per di più, nel breve termine tendono a reagire con eccessiva emotività: per cui un impatto credo che il referendum lo avrà.

Lei crede che in Europa stia emergendo un rischio politico nuovo, tale da colpire i mercati?
Io penso al contrario che gli eventi politici, tranne alcune eccezioni, siano sempre meno importanti sui mercati. Alcuni trend economici - come la demografia, la crescita e i quantitative easing - contano molto di più per chi investe. Ma la tornata elettorale americana ed europea, con l’apice nel voto in Germania nel 2017, resta un evento importante: la classe politica tradizionale sta infatti perdendo potere a favore di una nuova classe anti-sistema o populista. Questo crea incertezza.

Voi, da investitori inglesi, come vi comportate in questo contesto?
Dato che, come tutti, non conosciamo il futuro, ci siamo specializzati nell’analisi approfondita delle aziende. Questa è la nostra strategia: la scelta di aziende con buone prospettive.

Anche banche? Anche italiane?
Siamo molto poco esposti sull’intero settore in Europa. A noi piacciono aziende con storie di crescita, mentre le banche hanno un problema di redditività.