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La Federal Reserve non tocca i tassi e rinvia le scelte a dicembre

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politiche monetarie

La Federal Reserve non tocca i tassi e rinvia le scelte a dicembre

La sede della Federal Reserve a Washington (Reuters)
La sede della Federal Reserve a Washington (Reuters)

Le condizioni dell'economia Usa migliorano. Dunque «le argomentazioni a favore di un aumento dei tassi hanno continuato a rafforzarsi». È questo il messaggio principale che la Federal reserve ha voluto diffondere oggi, anche se – un po' a sorpresa – hanno votato contro la decisione di mantenere i tassi fermi allo 0,25-0,50% solo due governatori, Esther L. George e Loretta J. Mester; mentre Eric Rosengren, che avrebbe voluto alzare il costo del credito già a settembre, questa volta ha deciso di allinearsi alla maggioranza del Comitato di politica monetaria (il Fomc), pur restando favorevole a una stretta il più presto possibile.

Il comunicato rivela un giudizio più ottimistico, rispetto a settembre, sui risultati finora raggiunti dalla politica monetaria Usa. L'inflazione ora «è aumentata un po' rispetto all'inizio dell'anno» – l'indice PCE core, il preferito dalla Fed, è ormai all'1,7% annuo – mentre le misure di mercato delle aspettative di inflazione «si sono mosse verso l'alto», anche se «restano basse». Soprattutto «l'inflazione è attesa in salita verso il 2% nel medio termine», una frase nella quale è stato eliminato un importante inciso: a settembre la Fed diceva ancora di aspettarsi un'inflazione che «resterà bassa nel breve termine». Ovviamente, la Fed non ha potuto non sottolineare che «la spesa delle famiglie è salita moderatamente», mentre sei settimane fa, in occasione della precedente riunione, era «in forte crescita». I dati sul Pil del terzo trimestre hanno infatti mostrato un rallentamento dei consumi privati.

In definitiva, resta aperta la possibilità che la Fed alzi i tassi il 13-14 dicembre, quando saranno pubblicate anche le nuove proiezioni economiche e con la conferenza stampa la presidente Janet Yellen potrà meglio definire il percorso successivo dei tassi. La decisione di soprassedere nella riunione di novembre è stata presa, ancora una volta, «per aspettare alcune ulteriori prove dei continui progressi verso i suoi obiettivi». «Alcune» è la parola nuova nel testo, aggiunta in questo comunicato.

I futures sui Fed Funds esprimono ora una probabilità implicita del 78% di un rialzo il mese prossimo. I mercati hanno largamente ignorato le dichiarazioni della Fed, concentrandosi invece sui risultati delle elezioni, che iniziano a spaventare gli investitori. Il dollaro, in particolare, ha perso terreno.

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