In ottobre le aziende americane hanno creato meno posti di lavoro del previsto, ma il mercato dell’occupazione resta in linea con i recenti miglioramenti e soprattutto registra un’accelerazione dei salari come non si vedeva dal 2009. Negli Stati Uniti il mese scorso sono stati creati 161.000 posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un aumento di 173.000 unità. Come riferito dal dipartimento al Lavoro, il tasso di disoccupazione è sceso dal 5% al 4,9%, in linea con le previsioni. I numeri di settembre sono stati rivisti al rialzo a 191.000 posti di lavoro creati.
I dati dei due mesi precedenti sono stati ritoccati e, complessivamente, in agosto e settembre stati creati 44.000 posti di lavoro in più rispetto alla prima stima. Negli ultimi tre mesi i nuovi salariati sono stati in media 176.000 in più al mese e, in generale, in settembre il ritmo è rallentato quest'anno rispetto al precedente: tra gennaio e ottobre sono stati creati 181.000 posti al mese, meno della media di 225.000 del 2015 e meno anche rispetto al 2014, quando erano stati in media 260.000 al mese (2014 e 2015 sono stati gli anni migliori dal 1999). Secondo gli analisti occorrono circa 145.000 nuovi posti al mese per rafforzare in modo adeguato il mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione, appunto sceso al 4,9%, si è abbassato decisamente da agosto 2013, quando si attestava al 7,2%, ed è all'interno della media tra il 4 e il 5% di prima della recessione. La Federal reserve considera come tollerabile un valore di lungo termine non superiore al 5,5 per cento.
La partecipazione alla forza lavoro, che si attesta attorno ai minimi in 40 anni, è scesa al 62,8% dal 62,9% e si attesta non molto sopra il minimo da ottobre 1977 (pari a 62,4%) e ben al di sotto del 66% di prima della recessione. In rialzo i salari, che sono saliti da settembre di 10 centesimi, lo 0,4%, a 25,92 dollari all'ora (gli analisti attendevano un aumento dello 0,3%). Su base annuale le retribuzione sono salite del 2,8%, sopra il range tra 1,9 e 2,2% segnato dal 2012 in poi e oltre la media del 2% degli ultimi sei anni. La durata della settimana media di lavoro è rimasta invariata a 34,4 ore, livello a cui si è attestata per vari mesi, ad eccezione di agosto. A fare da traino al dato di ottobre sono stati in particolare il settore della sanità (+31.000), dei servizi professionali e aziendali (+43.000) e finanziari (+14.000). Poco mosse le assunzioni nel comparto manifatturiero, minerario, del commercio e delle costruzioni.
A ottobre erano circa 7,9 milioni le persone che cercavano attivamente un lavoro, ma non riuscivano a trovarlo, contro i circa 7,8 milioni del mese precedente. Includendo anche i 5,9 milioni di americani che si accontentano di un lavoro part-time (in linea con il mese precedente) e i 487.000 scoraggiati il tasso disoccupazione si è attestato al 9,5%, in calo dal 9,7% del mese precedente e dal 10% di un anno fa. I disoccupati di lungo termine (quelli senza lavoro da almeno 27 settimane) erano circa 2 milioni, come il mese precedente, e rappresentano il 25,2% del totale.
Inevitabilmente, a soli quattro giorni dalle elezioni, il dato sul mercato del lavoro è diventato materia di polemica tra i candidati. Donald Trump lo ha definito «disastroso» e ha aggiunto che mostra il fallimento delle politiche di Obama. Di avviso opposto Hillary Clinton, secondo cui i dati sono una «buona notizia» e mostrano come l'economia sia pronta a decollare. Sulla stessa lunghezza d’onda la Casa Bianca, che rileva come le aziende americane hanno creato 15,5 milioni di posti di lavoro dal 2010.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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