Mondo

Cina, sostituito il ministro delle Finanze Lou Jiwei

  • Abbonati
  • Accedi
rimpasto di governo

Cina, sostituito il ministro delle Finanze Lou Jiwei

Il ministro uscente delle Finanze cinese, Lou Jiwei (Reuters)
Il ministro uscente delle Finanze cinese, Lou Jiwei (Reuters)

PECHINO - Nel giorno del via libera alla cybersecurity law e dell'interpretazione autentica della legge di Hong Kong sul versante elettorale, Pechino licenzia Lou Jiwei. Nelle ultime apparizioni il suo volto era forse più nero dei suoi capelli, sembrava corrucciato, l'ex capo di China investment corporation (Cic) chiamato a ricoprire il ruolo di ministro delle Finanze e, oggi, improvvisamente licenziato per far posto all'ex uomo del dipartimento delle tasse Xiao Jie.

La caduta di Lou la dice lunga sui movimenti in atto nei vertici di Pechino e la sentenza emessa dallo Standing committee e diffusa per mano dell'agenzia di Stato Nuova Cina chiude una stagione riformista sul fronte delle tasse (Lou ha introdotto a maggio scorso l'imposta sul valore aggiunto) e dell'equilibrio agognato delle finanze cinesi. Il debito pubblico cinese ha ormai preso il volo e questa sarà l'immediata eredità del nuovo ministro Xiao Jie attualmente vice segretario del Consiglio di Stato.

Lou Jiwei era un ministro atipico, 65 anni, nativo di Yiwu, la città dei 50mila negozi all'ingrosso tra Shanghai e Guangzhou, tra produzione ed export del made in China, aveva un approccio anomalo per essere un funzionario cinese di così alto rango. Non escludeva contatti e battute con i giornalisti e, tanto per restare nell'ambito italiano, aveva accolto di recente l'invito dell'ambasciata guidata da Ettore Sequi a condividere in una serata informale i contenuti del Jobs Act: infatti durante il G20 delle Finanze a Shanghai il Jobs Act era stato citato dal ministro Lou Jiwei come una best practice da approfondire. Cosa che fece di persona.

Il ministero delle Finanze cinese grazie a Lou Jiwei oggi ha una nuova legge di bilancio, ha avviato un doloroso percorso per la bonifica del debito più insidioso, quello degli enti locali, ha riattivato i local bonds bloccati da anni, ha cercato di risolvere il tema spinossimo del welfare. Ha messo il becco in questioni delicate, dall'internazionalizzazione dello yuan, ai diritti speciali di prelievo del Fondo monetario per non parlare del G20: ad Hangzhou Lou Jiwei è stato l'architrave di molti negoziati che stanno a cuore a Pechino. Per non parlare dei cordoni della borsa: ovviamente le Finanze hanno una competenza cruciale negli investimenti cinesi. Lou Jiwei al pari del governatore della Banca centrale è tra i cinesi più riconosciuti e stimati all'estero, nell'ambito delle istituzioni internazionali.

Dopo di lui le cose non saranno più semplici, le Finanze sono un punto di snodo di poteri e di riforme. Lou Jiwei, in pensione, andrà a dirigere il Fondo pensioni. Non è una battuta, è stato proprio lui a battersi per una riforma del Fondo e lì farà sicuramente bene.

Il giro delle poltrone non si ferma qui. Sempre da oggi Chen Wenqing, a capo della China Academy of Discipline Inspection and Supervision, sostituisce Geng Huichang nella veste di ministro delle Sicurezza statale, mentre il ministro della Supervisione Huang Shuxian passa al portafoglio degli Affari civili, al posto di Li Liguo.

© Riproduzione riservata