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Trump: Giuliani in pole position per Segretario di Stato, Mnuchin per il Tesoro

(Ansa)
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NEW YORK - Dopo le nomine del capo di gabinetto e del chief strategist, adesso i riflettori per la nuova amministrazione americana di Donald Trump si spostano sulle grandi poltrone: Dipartimento di Stato e Tesoro. E le scelte potrebbero essere a sorpresa, con favoriti i candidati meno tradizionali. Per la guida della diplomazia americana, in particolare, è in lizza, secondo indiscrezioni, anzitutto il 72enne ex sindaco di New York Rudy Giuliani, noto per le sue posizioni dure su legge e ordine ma senza alcuna esperienza internazionale.

A contendergli la carica sarebbe John Bolton, ex ambasciatore alle Nazioni Unite. Bolton, 67 anni, ha alle spalle una lunga carriera diplomatica ma a sua volta è personaggio controverso, essendosi in passato caratterizzato per le sue posizione ultra-conservatrici e bellicose. Era stato ancora l'anno scorso tra i sostenitori di azioni armate contro l'Iran e la sua strategia da falco appare almeno in parte contrastare con l'idea d Trump di un minor impegno internazionale degli Stati Uniti. Oggi è al centro di ricerca American Enterprise Institute. Una chance l'ha anche il senatore del Tennessee Bob Corker.

Giuliani, che è stato tra i sostenitori della prima ora di Trump, ha messo in chiaro parlando ad un forum del Wall Street Journal, che accetterebbe volentieri la nomina. E ha ribadito che il suo focus sarebbe la distruzione di Isis, pur senza entra in dettagli di strategie. Ex procuratore, è stato sindaco di New York durante anni difficili e durante gli attentati dell'11 settembre, ma la sua carriera è stata che segnata da dure polemiche sul suo stile autoritario.

Per la poltrona di Segretario al Tesoro, oggi il favorito appare il 53enne finanziare Steven Mnuchin, ex banchiere di Goldman Sachs e di recente tesoriere della campagna di Trump e co-fndatore dell'hedge fund Dune Capital Management. È noto per aggressive operazioni, quali la compravendita con notevole profitto della fallita banca IndyMac assieme all'altro re degli hedge, John Paulson. In passato ha anche lavorato con George Soros e finanziato film a Hollywood. È stato visto frequentare negli ultimi giorni gli uffici di Trump alla Trump Tower. Altri candidati sono il finanziere Wilbur Ross, il deputato texano Josh Hensarling e il chief executive di JP Morgan Jamie Dimon.

Trump ha già scelto il suo chief of staff, Reince Priebus, 44enne presidente del partito Repubblicano, inviando un segnale considerato rassicurante per la stabilità ed esperienza della sua squadra di governo. Il capo di gabinetto agisce di fatto come direttore operativo del presidente. Trump ha tuttavia anche nominato il capo della sua campagna elettorale, Stephen Bannon, chief strategist e consigliere senior. Bannon, in precedenza alla guida del network ultra-conservatore Breitbart News, è considerato il rappresentate di più altro profilo della Alt Right, rete di gruppi della destra radicale.

«Steve e Reince sono leader qualficati che hanno lavorato bene assieme nella nostra campagna e ci hanno condotto a una vittoria storica», ha fatto sapere Trump. «Adesso li avrò entrambi alla Casa Bianca per fare l'America di nuovo grande».

Trump cercherà adesso di accelerare i tempi delle nomine dei ministri chiave. La sua squadra di transizione è capitanata dal vicepresidente Mike Pence, che ha ricevuto l'incarico venerdì esautorando il governatore del New Jersey Chris Christie. Le posizione principali comprendono 15 ministeri e mille alti funzionari che richiedono conferma parlamentare.

Le dimensioni della transizione, secondo indiscrezioni, hanno sorpreso Trump. Il presidente uscente Barack Obama avrebbe intenzione di impegnarsi molto più dei predecessori per aiutare Trump e i repubblicani a prendere le redini dell'amministrazione.

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