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Germania: imprese fiduciose nell’economia nonostante Trump

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Germania: imprese fiduciose nell’economia nonostante Trump

Sigmar Gabriel, ministro tedesco dell’Economia (EPA/KAY NIETFELD)
Sigmar Gabriel, ministro tedesco dell’Economia (EPA/KAY NIETFELD)

Le imprese tedesche restano ottimistiche sulle prospettive dell’economia tedesca anche dopo le elezioni americane. Il cambio al vertice della prima economia del mondo, le tendenze protezionistiche del nuovo presidente Donald Trump, l’incertezza politica che si respira in tutto il continente e oltre non sembrano per il momento preoccupare gli imprenditori della prima economia europea che ha visto proprio gli Stati Uniti diventare il principale partner commerciale scavalcando la Francia, soltanto un anno fa. L’indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese nelle condizioni economiche è rimasto stabile a novembre a quota 110,4, lievemente al di sotto delle attese ma comunque al livello più elevato da due anni e mezzo.

La fiducia continua a essere buona anche se le aziende interpellate dall’Istituto di Monaco (7mila) sono più soddisfatte della situazione attuale (indice a 115,6) e meno ottimiste sulle prospettive (indice delle attese a 105,5). Per il momento, sottolinea il presidente dell’Ifo, Clemes Fuest, «l’economia tedesca non sembra risentire dell’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti».

Eppure a novembre, appena noti i risultati elettorali d’oltreoceano, alcuni esponenti delle organizzazioni aziendali hanno espresso preoccupazione per le possibili ricadute del nuovo corso politico americano sull’interscambio, sempre più importante per Berlino. Nel 2015, infatti, gli Stati Uniti sono diventati il più importante mercato di destinazione delle merci tedesche, superando per la prima volta in 40 anni la Francia: 173,2 miliardi di euro gli scambi totali tra Usa e Germania contro i 170,1 con Parigi.

Se l’incertezza politica non sembra scalfire la fiducia delle imprese è anche grazie al buon andamento della domanda interna che sta sostenendo il prodotto interno lordo. Lo ha confermato il dato del terzo trimestre che, in linea con la stima flash di metà novembre, ha visto un rallentamento delle crescita (0,2% rispetto al trimestre precedente) a causa di un export deludente controbilanciato dalla robusta domanda domestica. A rendere più rosee le prospettive per il quarto trimestre - anche la Bundesbank ritiene che la crescita aumenterà «in maniera considerevole» negli ultimi tre mesi dell’anno - è anche l’ottima situazione del mercato del lavoro. L’economia continua a creare posti di lavoro: 388mila nei tre mesi estivi finiti a settembre, ultimo dato disponibile.   Anche l’indice Ifo, secondo l’economista dell’Istituto Klaus Wohlrabe , è in linea con una crescita dello 0,5% nel quarto trimestre che porterebbe l’aumento del Pil 2016 all’1,9 per cento.

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