Mondo

Il presidente del Parlamento Ue Schulz torna alla politica tedesca

  • Abbonati
  • Accedi
strasburgo

Il presidente del Parlamento Ue Schulz torna alla politica tedesca

Martin Schulz  (Reuters)
Martin Schulz (Reuters)

di Beda Romano

Il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz ha annunciato stamani che non intende candidarsi per un ulteriore periodo alla guida dell'assemblea di Strasburgo. L'uomo politico tedesco ha invece deciso di presentarsi alle prossime elezioni legislative in Germania, capolista del partito socialdemocratico nel suo Land natale, il Nord Reno-Vestfalia. Corre voce a Berlino che potrebbe anche sostituire Frank-Walter Steinmeier alla guida del ministero degli esteri tedesco.

«Non è stata una decisione facile», ha detto qui a Bruxelles Schulz, 60 anni, in una allocuzione improvvisata in tre lingue questa mattina, durante la quale non ha voluto rispondere a domande della stampa.
«Presiedere il Parlamento europeo per cinque anni è stato per me un grande onore (…) Continuerò a lavorare per il progetto europeo, ma questa volta dal livello nazionale (…) Dobbiamo rafforzare e proteggere l'idea di Europa portata avanti dalle generazioni passate».

La decisione di Schulz, uomo di polso che ha dato all'assemblea una immagine nuova nel panorama europeo, giunge dopo che l'uomo politico tedesco ha presieduto il Parlamento di Straburgo per cinque anni. Due anni e mezzo nella legislatura passata e altri due anni e mezzo in questa legislatura. Un accordo tra le principali forze politiche prevede il cambio di presidente a metà legislatura. In questo senso, il suo mandato scade ufficialmente all'inizio di gennaio.

«L'uomo si è dato un gran daffare per rafforzare l'immagine del Parlamento – spiega un deputato che preferisce l'anonimato -. Tutti gli siamo riconoscenti, nonostante un eccessivo presenzialismo. Nessuno però vuole più in questo momento un tedesco alla guida dell'assemblea».

“Ha annunciato di volersi candidare nelle liste SPD ...la stampa tedesca ne parla come prossimo ministro Esteri”

 

Per ora, Schulz ha annunciato di volersi candidare nelle liste SPD del Nord-Reno Vestfalia in occasione delle prossime legislative. Da tempo, molti osservatori lo considerano un potenziale candidato cancelliere.
Per ora, da Berlino, la stampa tedesca parla di lui come di un prossimo ministro degli Esteri, al posto di Steinmeier che il 12 febbraio dovrebbe essere eletto alla presidenza della Repubblica. Un trampolino per una candidatura alla cancelleria alle elezioni di settembre? È possibile, anche se tradizionalmente capofila del partito è il presidente del movimento, attualmente Sigmar Gabriel, ministro dell'Economia nel governo di grande coalizione presieduto dalla cancelliera Angela Merkel.

In Germania, l'SPD oscilla al secondo posto nei sondaggi pre-elettorali, intorno al 23% delle intenzioni di voto rispetto al 33% dei democristiani della CDU-CSU. La scelta di Schulz rimette in gioco gli equilibri politici alla guida delle tre principali istituzioni comunitarie. In teoria, l'accordo non detto tra Popolari e Socialisti prevede che i Popolari assumino la guida del Parlamento europeo, dopo un primo mezzo mandato a guida socialista. Ma con quale impatto sulle altre istituzioni?
Attualmente la Commissione europea è presieduta dal democristiano lussemburghese Jean-Claude Juncker, mentre il Consiglio europeo è guidato dal liberale polacco Donald Tusk. Tre istituzioni in mano al centro-destra è una soluzione controversa, la partita è quindi complicata. Mentre il mandato di Juncker termina nel 2019, quello di Tusk si chiude a metà 2017. Al netto di eventuali cambiamenti alla Commissione e al Consiglio, un compromesso potrebbe concretizzarsi in una presidenza liberale a Strasburgo.

© Riproduzione riservata