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Il Giappone ratifica la TPP, anche se Trump ha promesso di affossarla

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Il Giappone ratifica la TPP, anche se Trump ha promesso di affossarla

TOKYO - Donald Trump ha annunciato che, appena entrerà in carica a gennaio, la sua prima mossa sarà affossare la TPP (Trans-Pacific Partnership). Ma oggi la Camera Alta giapponese ha ratificato in via definitiva l'accordo di libero scambio tra 12 Paesi dell'area Asia-Pacifico che l'Amministrazione Obama aveva esaltato non solo come un intesa commerciale multilaterale, ma come un perno del “rebalancing” della politica statunitense verso l'Asia e come uno strumento per impedire alla Cina di dettare le regole del trading internazionale.

È stata la volontà del primo ministro Shinzo Abe - che ha speso un ingente capitale politico su una liberalizzazione osteggiata dalla tradizionale base rurale del suo partito - a premere per la ratifica, che a questo punto assume un significato simbolico: il Giappone manifesta al mondo la volontà di assumere una leadership nella prosecuzione dei processi di globalizzazione, anche se altrove sono diventati impopolari.

Il patto non può infatti entrare in vigore senza la ratifica degli Usa, che contano per il 60% del Pil del gruppo delle nazioni che avevano firmato l'accordo nello scorso febbraio. “Anche se ora è diventato poco chiaro (se la TPP entrerà in vigore), per noi ha un significato profondo inviare al mondo un messaggio sul significato economico e strategico di costruire una giusta zona di libero scambio”, ha dichiarato oggi Abe. Per Trump, invece, la TPP è un “potenziale disastro” per gli Stati Uniti: lui, semmai , preferisce accordi bilaterali. Il fallimento della TPP, secondo molti analisti, finirà per accrescere l'influenza economica regionale della Cina.

Ora il Giappone spera di poter concludere presto in linea di principio i negoziati per un Economic Partnership Agreement con l'Unione Europea: subito dopo l'elezione di Trump, Tokyo ha costituito una task force interministeriale per accelerare i colloqui con Bruxelles. Al G7 dello scorso maggio, i leader politici di Ue e Giappone avevano promesso una firma entro la fine di quest'anno, ma permangono vari ostacoli. Il capo negoziatore della Ue, Mauro Petriccione, è comunque atteso a Tokyo settimana prossima, mentre in questi giorni sono incorso trattative “working-level” sui punti ancora controversi.

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