Mondo

Trump sceglie al Lavoro un manager contrario ad aumenti del salario minimo

  • Abbonati
  • Accedi
LA SQuadra dI TRUMP

Trump sceglie al Lavoro un manager contrario ad aumenti del salario minimo

Andrew Puzder (REUTERS/Fred Prouser/File Photo)
Andrew Puzder (REUTERS/Fred Prouser/File Photo)

Sempre più repubblicana vecchio stile: l’agenda di Donald Trump si tinge di rosso -elefante, il simbolo del partito, con la scelta al ministero del Lavoro di Andrew Puzder, amministratore delegato di Cke Restaurants, società che commercializza noti brand di fast food. Il manager rientra nel cliché trumpiano del ministro più che benestante, anzi ricco, e nella sua carriera al vertice delle catene di ristoranti - le più note Hardee’s e Carl’s Jr. - si è distinto per aver respinto richieste di aumento del salario minimo oltre che per aver criticato la riforma di Barack Obama che ha esteso il pagamento degli straordinari.

Puzder promuove una deregulation del mercato del lavoro e secondo Trump grazie ad essa «salverà le piccole aziende dal peso dirompente di regole non necessarie che stanno bloccando la crescita del mercato del lavoro e soffocando i salari». Il neo-ministro, 66 anni, ha aggiunto che «politiche giuste del governo possono produrre più occupazione e stipendi migliori».

Critici, naturalmente, i sindacati che hanno fatto campagna a favore di Hillary Clinton sostenendo che le scelte di Trump non avrebbero avvantaggiato i lavoratori. Incoronato presidente dal voto anti-sistema della classe media ricacciata indietro sulla scala dei redditi da nove anni di crisi; votato dai lavoratori sottopagati della rust-belt dell’Ohio o della Pennsylvania che hanno tradito il partito democratico, Trump sta in effetti mettendo insieme una squadra molto conservatrice, in politica estera e in economia. La scelta al Dipartimento del Lavoro sembra andare in questa direzione anche se il miliardario l’ha difesa sostenendo che «Andy Puzder ha creato e migliorato la vita lavorativa di migliaia di americani e il suo impegno nella lotta a favore dei lavoratori ne fa il candidato ideale».

Il programma di Puzder, in linea con quanto sostenuto quando era un manager, rimetterà in discussione la legge di Obama che ha raddoppiato (da 23mila a 47mila) il tetto al di sotto del quale sono dovuti gli straordinari, estendendo i pagamenti extra a una platea di 4 milioni di persone prima esclusa. Una legge finita però sotto la scure di una corte del Texas che l’ha ritenuta illegittima. Non solo. Il manager ha avuto modo di esprimersi anche contro gli aumenti del salario minimo perché danneggiano l’occupazione, allineandosi così alla posizione ufficiale dei Repubblicani che, controllando il Congresso, hanno impedito all’amministrazione uscente di varare una legge che lo portasse da 7,25 a 10,10 dollari all’ora.

Nel frattempo, tuttavia, Stati e città si sono mossi per conto loro, approvando leggi più favorevoli ai lavoratori con paghe minime di 15 dollari. È successo a San Francisco, Seattle, New York. La campagna “Fight for $ 15” va avanti da anni con il sostegno dei sindacati anche se negli Stati Uniti soltanto l’11% dei lavoratori appartiene a un’organizzazione contro il 20,1% di inizio anni Ottanta. E anche i lavoratori sindacalizzati non hanno appoggiato Clinton quanto Obama: alcuni exit poll hanno visto il consenso per la candidata 2016 scendere al 51% rispetto al 58 incassato dal presidente uscente nella rielezione del 2012.

«Trump parlava molto bene durante la campagna presidenziale: aiutare i lavoratori e mettere tutti nelle stesse condizioni. Con le sue nomine sta però andando nel senso diametralmente opposto» ha commentato il presidente del sindacato dei lavoratori pubblici, Lee Saunders.  

© Riproduzione riservata