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Trump, Hillary e lo scontro diretto tra due visioni opposte…

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L'Analisi|LO SCENARIO

Trump, Hillary e lo scontro diretto tra due visioni opposte dell’America

NEW YORK - Nello scontro diretto fra Donald Trump e Hillary Clinton non c’è in palio soltanto la competizione elettorale, ma anche una questone più profonda legata ai valori americani: in passato non si era mai avuto un confronto politico che proponesse soluzioni talmente divergenti per il Paese. Il tema centrale che è poi il primo tema in discussione, riguarda le condizioni di salute dei valori americani, il titolo è “America's Direction”, la direzione dell’America. E non si sono mai avute indicazioni più diverse in termini di valori come in queste elezioni.

Persino nello scontro del 1980 fra Jimmy Carter e Ronald Reagan, quando molti temevano che a Washington arrivasse un attore impreparato al posto di uno statista come Carter che aveva già lavorato quattro anni alla Casa Bianca, le differenze erano soprattutto sul ruolo che lo stato dovesse giocare nell’economia; sugli ammontari di tasse che gli americani dovevano contribuire alle casse del Tesoro. Ma non si mettevano in dubbio i valori di fondo ereditati dai Padri Fondatori, valori di apertura, tolleranza, altruismo.

“Siamo in guerra e in una guerra, quando i terroristi ti attaccano in casa non c’è spazio per le buone maniere”

Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca 

Oggi quei valori sono messi da parte da Donald Trump per una semplice ragione: «Siamo in guerra - ha detto più volte il candidato repubblicano - e in una guerra, quando i terroristi ti attaccano in casa non c’è spazio per le buone maniere». Trump in sostanza propone un passaggio verso l’autoritarismo, Hillary invece resta posizionata sull’immagine che tutti hanno dell’America, un paese severo, ma non autoritario all’esterno o all’interno.

Il secondo tema riguarda la prosperità americana. Sappiamo che una buona parte dello scontento deriva dalle difficoltà della classe media, da una crescente sperequazione fra ricchi e poveri anzi, fra super ricchi e il resto del paese. Trump ha ricette molto drastiche: chiudere le frontiere e obbligare le aziende locali a rimpatriare il lavoro. Può funzionare? Tutti gli economisti sono concordi sul fatto che misure protezioniste potranno solo peggiorare le cose. E proprio in questi giorni dai ottenuti dal censimento americano dimostrano che c’è stato un recupero dei redditi per le classi più povere. Di nuovo, la differenza di fondo riguarda la direzione: apertura contro chiusura. Una direzione nuova visto che tradizionalmente, soprattutto in campo repubblicano si è sempre stati per l’apertura dei commerci.

Clinton-Trump, occhi puntati sulla sfida tv dell'anno

Ma il tema valori diventa caldissimo per il terzo argomento in discussione, la Sicurezza dell’America “American Security”. E dopo una decina di giorni in cui abbiamo visto esplodere la violenza, sia quella di matrice estremista islamica che quella dell’intolleranza razziale, con l’omicidio di due afroamericani disarmati da parte della polizia, il dibattito sulla sicurezza e su come conciliare i valori americani con la necessità di proteggersi, diventa centrale non solo nel dibattito di questa sera ma nell’intero processo elettorale.

La paura a Chelsea, a Manhattan e a Seaside in New Jersey per le bombe piazzate da un seguace del predicatore islamico/americano Alwalaki, le immagini di dimostrazioni incendi, furti nei negozi e supermercati, lo stato di emergenza con la mobilitazione della guardia nazionale a Charlotte in Carolina del Nord, sono ricordi ancora freschissimi negli americani, di appena pochi giorni fa.

Trump usa queste immagini per dire che il Paese ha bisogno di una nuova direzione che le ricette del passato non hanno funzionato e che dunque sarà meglio mandare lui, la novità, alla Casa Bianca, invece di Hillary Clinton che da segretario di Stato ha semmai aumentato le tensioni nel mondo arabo invece di diminuirle. Trump chiederà ispezioni senza preavviso sulla base dei profili razziali, impedirà l’ingresso in America di musulmani e chiederà la costruzione di una muraglia ai confini con il Messico. La posizione di Hillary la conosciamo: non si deve cedere alla provocazione né si deve estendere a tutto il mondo islamico, fatto di un miliardo di persone la ritorsione contro un gruppo molto piccolo di fanatici religiosi.

Non c’è dubbio che questo primo scontro imposterà il dialogo e il confronto non solo per gli altri dibattiti, ma l’intero paese chiamato a scegliere. Un paese certamente non felice, impaurito dall’idea di aver perso il “sogno americano” e quella tradizione secondo cui i figli facevano sempre meglio dei loro genitori. I temi sono forti per Trump che potrà giocare in modo aggressivo. Lo sono meno per Hillary che rappresenta la continuità e che, in questa veste è guardata con poca simpatia da una larga parte dell’elettorato.

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