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Trump contro la Cia sugli hacker russi. E lancia accuse alla Cina

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Trump contro la Cia sugli hacker russi. E lancia accuse alla Cina

Donald Trump con il ceo di SoftBank  Masayoshi Son. Il manager giapponese ha promesso di investire 50 miliardi di dollari in Usa per creare 50mila posti di lavoro
Donald Trump con il ceo di SoftBank Masayoshi Son. Il manager giapponese ha promesso di investire 50 miliardi di dollari in Usa per creare 50mila posti di lavoro

Che tra Cia e Donald Trump non vi fosse simpatia si era capito durante la campagna elettorale, è confermato ora ad elezione avvenuta. L’agenzia di spionaggio accusa il il governo del presidente Putin di aver interferito nelle elezioni americane tramite hacker. Trump oggi risponde: accuse «ridicole», non tende affatto la mano all’agenzia ma soprattutto continua nella sua opera di tensione con la Cina dopo la telefonata alla presidente di Taiwan che ha irritato il governo a Pechino.

In una intervista alla Fox, Trump ha annunciato anche decisioni a breve sull'accordo climatico di Parigi, che «non deve penalizzare le aziende americane», non deve mettere gli Usa in una situazione di «svantaggio competitivo con altri Paesi», come la Cina. E ha ribadito il suo scetticismo sul cambio climatico: «Nessuno realmente sa».

Non scioglie ancora la riserva sul futuro capo della diplomazia, indicato da tutti i media come un amico di Putin: «Che io lo scelga o meno come segretario di Stato, Rex Tillerson, presidente e Ceo di Exxon Mobil, è un player di classe mondiale e uno che sa fare affari. Rimanete sintonizzati», ha twittato dopo le indiscrezioni di stampa che avrebbe deciso di nominare Tillerson per guidare il dipartimento di Stato.

Si attendono soprattutto sviluppi delle accuse della Cia alla Russia di aver tentato di favorire con i suoi hackeraggi l'elezione di Trump. «Non ci credo, è ridicolo», ha risposto il tycoon, accusando i democratici di usare questa vicenda come un'altra giustificazione per la sconfitta di Hillary Clinton.

Ieri il suo transition team era stato molto più pesante, ricordando che i dirigenti della Cia che accusano Mosca «sono gli stessi che avevano accusato falsamente Saddam Hussein di avere armi di distruzione di massa». Una posizione che mette Trump in aperta rotta di collisione con l'Agenzia di intelligence, anche se presto il nuovo capo Mike Pompeo, da lui nominato, potrà 'normalizzarla'.

Il Russiagate, che rischia di delegittimare o macchiare in qualche modo l'elezione di Trump, sta già creando divisioni anche tra lui e il suo partito. «I fatti sono lì», ha sottolineato il senatore repubblicano John McCain, ex candidato presidenziale, invitando Trump ad accettare la conclusione della Cia. McCain è inoltre tra i firmatari di una iniziativa bipartisan al Congresso per «indagare e fermare la grave minaccia che i cyber-attacchi condotti da governi stranieri pone alla nostra sicurezza nazionale».

Non più una sola Cina
Nella sua intervista alla Fox, il presidente eletto ha minacciato inoltre la Cina di rovesciare la linea seguita per oltre quarant'anni dagli Usa di riconoscere 'una sola Cina', ossia il governo di Pechino, rigettando così le aspirazioni indipendentiste di Taiwan. «Non capisco perché dobbiamo esse relegati alla politica di una sola Cina, a meno che non si facciano accordi con la Cina su altre cose, ad esempio il commercio» ha ammonito, criticando Pechino per la sua politica valutaria, le sue attività nel Mar cinese meridionale e per la sua posizione sulla Corea del Nord. Trump ha difeso anche la telefonata «molto cordiale» ricevuta dalla presidente di Taiwan ma criticata da Pechino: «Non voglio che la Cina mi dia ordini».

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