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L’ambasciatore russo all'Onu: la battaglia ad Aleppo è finita

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L’ambasciatore russo all'Onu: la battaglia ad Aleppo è finita

Mosca dopo avere fatto sapere che era stato raggiunto un accordo per l'uscita dei ribelli da Aleppo Est ha comunicato che l'operazione «antiterrorismo» dei militari siriani «è finita» e le forze fedeli al presidente Bashar al Assad hanno «il pieno controllo della zona orientale di Aleppo», dove si trovavano le ultime sacche di resistenza dei ribelli. «Tutti i militanti» stanno lasciando Aleppo est con le loro famiglie per destinazioni di loro scelta.

Vitaly Churkin, rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, ha dichiarato che «si è convenuto che i militanti lascino la città». Il diplomatico russo ha anche specificato che «i civili sono sotto la protezione del governo e non c'è bisogno che abbandonino la città». Oggi il portavoce del ministero della Difesa generale maggiore Igor Konashenkov ha definito «un'operazione di successo e un gesto umano in tutti i sensi delle truppe siriane la liberazione dei distretti orientali di Aleppo» e l'evacuazione dei civili da quelle zone. L’evacuazione dei ribelli e dei loro familiari, secondo quanto riferito dall’emittente radiofonica locale Sham, dovrebbe iniziare domani mattina alle 4.

Usa: servono osservatori per monitorare l’evacuazione dei civili
Alla medesima riunione, gli Stati Uniti hanno chiesto l'invio di osservatori internazionali ad Aleppo per monitorare l'evacuazione dei civili. Intervenendo alla riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza Onu, l'ambasciatrice Onu Samantha Power ha sottolineato che gli osservatori «monitorerebbero la sicura evacuazione delle persone che vogliono andarsene ma che temono, a ragione, che andando via siano colpiti in strada o portati in uno dei gulag di Assad».

Farnesina: «Massima preoccupazione»
“La Farnesina esprime la massima preoccupazione per la situazione ad Aleppo est, e riafferma l'imperativo di proteggere la popolazione civile e rispettare il diritto umanitario internazionale. Nel ricordare che anche il Santo Padre ha sottolineato che Aleppo è innanzitutto una città, in cui vivono migliaia di civili innocenti, richiama le responsabilità del regime siriano e dei suoi sostenitori nel porre fine alle violenze». È quanto si legge in una nota del Ministero degli Esteri.

Ban Ki-moon: «fare tutto il possibile per fermare la carneficina»
La situazione nella città martire siriana resta drammatica: il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, parlando alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza, ha lanciato «un nuovo appello al governo di Damasco e ai suoi alleati Russia e Iran a rispettare le norme del diritto internazionale umanitario, favorire l'evacuazione dei civili da Aleppo e l'accesso degli aiuti umanitari». «Dobbiamo fare tutto il possibile per fermare la carneficina in Siria», ha sottolineato Ban Ki-moon.

La Croce Rossa: i civili continuano ad essere in pericolo
Mentre la battaglia infuria e la zona di Alepp Est è immersa nel caos, migliaia di persone che non hanno niente a che fare con le violenze - denuncia la Croce Rossa - non hanno letteralmente alcun luogo sicuro dove scappare. Ulteriori perdite di vite e una catastrofe umanitaria sempre più grave possono essere evitate solo se le regole base di guerra, e di umanità, vengono applicate.
Il Comitato Internazionale di Croce Rossa (Cicr) ha chiesto alle parti in conflitto di tenere in considerazione il destino dei civili intrappolati dai combattimenti in corso e di fare tutto il possibile per risparmiarli e proteggerli. «Questa potrebbe essere l'ultima possibilità di salvare vite umane”, si legge in una nota del Cicr.
Per più di una settimana, il Comitato Internazionale della Croce Rossa è stato in contatto con tutte le parti in conflitto per trovare una soluzione umanitaria che potesse evitare ulteriori sofferenze. Questi sforzi non sono ancora riusciti a produrre risultati, e il tempo sta per scadere. Per il bene dei civili, il Cicr e la Mezzaluna Rossa Araba Siriana (Sarc) ribadiscono l'impegno a lavorare come intermediario umanitario neutrale e imparziale. «Chiediamo alle parti che l'umanità prevalga sugli obiettivi militari», ha detto il capo-delegazione del Cicr in Siria, Marianne Gasser, attualmente ad Aleppo. «Siamo pronti a monitorare l'attuazione di qualsiasi accordo che consideri i civili come priorità. Tutto questo deve avvenire ora».

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