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Fumata nera per l'accordo di libero scambio Ue-Giappone

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Fumata nera per l'accordo di libero scambio Ue-Giappone

TOKYO – Ancora una fumata nera sull'accordo di libero scambio che dovrebbe rilanciare il processo internazionale delle liberalizzazioni commerciali, che appare sempre più in stallo: l'Economic Partnership Agreement tra Unione Europea e Giappone non potrà esser raggiunto in linea di principio entro al fine di quest'anno, come era stato ipotizzato a margine del G7 del maggio scorso, ma è rinviato al 2017. Si tratta della seconda “deadline” mancata, visto che già un anno e mezzo fa al summit bilaterale Ue-Giappone ne era stata ventilata la conclusione a fine 2015.

Ue-Giappone: ancora stallo sul libero scambio

In una conferenza stampa alla Europa House di Tokyo, il capo negoziatore europeo Mauro Petriccione ha dichiarato che «ci sono alcune questioni dove il raggiungimento di un compromesso si sta rivelando più difficile di quanto entrambe le parti avesse pensato». Il governo giapponese sperava in una svolta durante le trattative “working-level” svoltesi nell'ultima settimana, in modo da far arrivare a Tokyo il 23 dicembre la Commissaria al Commercio Cecilia Malmstom per brindare all'accordo: così Tokyo si sarebbe posta in primo piano come campione delle liberalizzazioni, dopo aver ratificato per prima la Trans-Pacific Partnership benchè il presidente eletto Usa Donald Trump abbia promesso di affossarla al primo atto del suo mandato.

Subito dopo l'elezione di Trump, l'esecutivo guidato dal premier Shinzo Abe aveva creato una task force interministeriale proprio per accelerare i negoziati con le Ue, iniziati nell'aprile 2013, che hanno già visto 15 round. Petriccione ha spiegato che ora l'obiettivo è di concludere l'intesa di principio in tempi brevi – nei primi mesi del 2017 - colmando le distanze che ancora rimangono. Del resto, ha aggiunto «gli accordi commerciali in Europa sono oggi soggetti a un più intenso scrutinio da parte sia delle legislature sia della società civile: lo scopo è quello di conseguire un alto valore economico a beneficio dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese». Per questo il patto deve essere ambizioso. È un chiaro invito al Giappone, insomma, perchè conceda di più in termini di accesso al mercato in alcuni settori come l'agroalimentare (Indicazioni geografiche tipiche comprese), gli appalti pubblici e i servizi, in modo che la Ue possa venire incontro alle esigenze di Tokyo per la riduzione delle tariffe europee sull'automotive. Su alcuni dossier – come la carne suina – le trattative sono avanzate, mentre sui prodotti caseari le posizioni sono ancora distanti, anche perchà la Ue chiede riduzioni tariffarie superiori a quelle concesse da Tokyo in ambito Tpp.

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