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TRA LE VITTIME 24 STRANIERI

Strage di Capodanno in una discoteca di Istanbul: almeno 39 morti, di cui 24 stranieri

AFP
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Il terrorismo ha colpito la Turchia anche nella notte di Capodanno: è di almeno 39 morti e 69 feriti (di cui 4 gravi) l'ultimo bilancio ufficiale di un attacco avvenuto in una famosa e affollatissima discoteca di Istanbul, non ancora rivendicato ma le cui caratteristiche potrebbero far pensare a un attentato compiuto dall’Isis. Secondo il Guardian, che cita la deputata del partito d’opposizione Chp, Sekina Dogan, tra le vittime ci sarebbero anche 24 stranieri, tra cui sette persone di nazionalità saudita, tre irachene, due libanesi, due tunisine, due indiane, una da Kuwait, Siria e Israele, un belga di origine turca, un canadese-iracheno e una franco-tunisina. Finora, ha detto il ministro degli Esteri Angelino Alfano, non risultano italiani coinvolti. L'unità di Crisi della Farnesina si è messa in contatto con il Consolato italiano a Istanbul e sta proseguendo con le verifiche sulla nazionalità delle vittime.

Ma la tv locale modenese Trc-Telemodena ha riportato che nel locale, il nightclub “Reina”, c'era anche un gruppo di giovani italiani che sono riusciti a scampare alla strage gettandosi a terra quando i primi spari hanno fatto scattare il panico. Alcuni di loro, secondo la tv emiliana, avrebbero riportato solo lievi escoriazioni nella calca. Si tratterebbe di tre modenesi e altri amici di Brescia e Palermo, in Turchia per lavoro. Gli italiani hanno raccontato di aver udito colpi arrivare da più direzioni, oltre ad aver visto l'uomo con il mitra che sparava sulla gente. I colpi di mitra, sempre secondo la loro ricostruzione di quelle fasi concitate e terribili, sarebbero stati sparati dalla scala della pista centrale della discoteca ma anche al piano superiore, dove si trova un ristorante giapponese.

L'attacco è avvenuto verso l'1.30 ora locale, le 23.30 in Italia quando un uomo armato vestito di nero ha ucciso un poliziotto e un civile e poi ha fatto irruzione nella discoteca sparando sulla folla. Secondo alcuni testimoni citati dai media internazionali, il killer avrebbe urlato “Allah Akbar” mentre apriva il fuoco dentro il nightclub. Delle immagini riprese da telecamere di sicurezza mostrano poi il terrorista - l'unico di cui si abbia certezza - mentre si toglie un abito bianco e il berretto (particolari che avevano fatto pensare inizialmente a un travestimento da Babbo Natale, poi smentito da fonti ufficiali) prima di fuggire, forse fingendo di essere tra i feriti.

Il ministero dell'Interno turco ha ribadito che l'assalitore era uno solo ed è ancora in fuga. Da questa mattina a Istanbul e nell’intera Turchia è in corso una gigantesca caccia all'uomo per la quale sono stati mobilitati circa 17mila agenti, che hanno allestito posti di blocco un po’ ovunque. I media turchi hanno anche riferito di un uomo armato che avrebbe sparato davanti ad una moschea di Istanbul, nel quartiere di Sariyer, ferendo almeno due persone prima di fuggire, ma fonti locali di agenzia hanno poi circostritto quest’episodio nell’ambito di una lite familiare.

Il locale preso di mira nella notte di Capodanno è un rinomato nightclub sulle rive del Bosforo a Ortakoy, nel distretto di Besiktas, la parte europea di Istanbul. Un locale molto frequentato dalla comunità internazionale. Al momento dell'attacco, nel night ci sarebbero state tra le 500 e le 600 persone.

«Combatteremo fino alla fine - ha dichiarato in una nota il presidente Erdogan - non solo contro gli attacchi armati dei terroristi e dei loro ispiratori ma anche contro le loro offensive economiche, politiche e sociali. Manterremo la nostra freddezza come nazione, stando più uniti, e non lasceremo mai spazio a questi sporchi giochi». «Il nostro dovere comune è combattere il terrorismo - ha scritto il presidente russo a Erdogan in un telegramma di condoglianze - È difficile immaginare un crimine più cinico di quello di uccidere persone innocenti durante i festeggiamenti del Capodanno». Putin è appena stato il promotore di un’intesa a tre con la Turchia e l’Iran per la tregua in Siria. I suoi rapporti con Erdogan sono migliorati dopo la rottura seguita all’abbattimento di un jet militare russo da parte di Ankara nel novembre 2015.

L’attentato ferisce ancora la Turchia alla fine di un anno particolarmente delicato: a luglio il fallito colpo di stato militare represso duramente da Erdogan, poi una serie di attacchi a Istanbul e Ankara attribuiti agli islamisti dell’Isis e ai militanti curdi. L’ultimo risale al 10 dicembre, quando due bombe rivendicate da combattenti curdi sono esplose davanti a uno stadio a Istanbul uccidendo 44 persone. E ancora il 20 dicembre scorso il barbaro agguato con cui un poliziotto fuori servizio ha freddato l’ambasciatore russo in Turchia Karlov.

L'attentatore del Reina avrebbe prima ucciso un poliziotto e una guardia giurata all'ingresso, per poi entrare nel locale e iniziare a sparare alla cieca sulla folla con un’arma a lunga gittata, probabilmente un fucile d’assalto. Molte persone si sarebbero perfino gettate nelle acque gelide dello stretto per sfuggire alla morte.

Condanna dell'attacco e solidarietà alla Turchia da parte di Stati Uniti, Ue e Nato: la Casa Bianca ha offerto ad Ankara l'aiuto degli Usa, mentre il dipartimento di Stato ha espresso solidarietà «all'alleato turco»; l'alto rappresentante europeo per gli Affari esteri Federica Mogherini ha sottolineato come si debba «lavorare per prevenire tali tragedie»; il segretario generale dell'alleanza atlantica Jens Stoltenberg ha parlato di «tragico attacco». «La tragedia di Instanbul - ha scritto su Twitter il ministro degli esteri Angelino Alfano - ci ricorda che la lotta contro il terrore non conosce pause né feste o Paesi o continenti. Serve unità. Ad ogni costo».

Parole di solidarietà al popolo turco da parte del Papa. «Purtroppo, la violenza ha colpito anche in questa notte di auguri e di speranza - ha detto Francesco durante l’Angelus - Addolorato, sono vicino al popolo turco. Il Papa ha poi assicurato il suo sostegno «a tutti gli uomini di buona volontà che si adoperano» contro il terrorismo e contro questa «macchia di sangue» che getta ombre e sconforto.

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio di «cordoglio e partecipe vicinanza» al presidente turco Erdogan a seguito «dell'ennesimo, vile attentato contro cittadini inermi». Il capo dello Stato sottolinea che «l'Italia è vicina alla Turchia, nella radicata consapevolezza che occorra continuare a far fronte alla barbarie terrorista con la necessaria fermezza e anche attraverso la continua affermazione, in ogni ambito, della libertà e dello stato di diritto».

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