L'inflazione della eurozona ha registrato una forte accelerazione a dicembre, secondo le stime dell’ufficio statistico europeo, Eurostat: +1,1% tendenziale contro lo 0,6% di novembre. I prezzi sono stati spinti dalla rimonta degli energetici. Si tratta di un dato superiore alle previsioni degli analisti e ai massimi da oltre tre anni (39 mesi). Un dato che non mancherà di avere ripercussioni sulla politica monetaria (finora molto accomodante) della Bce e che spingerà i falchi, tra cui Jens Weidmann della Bundesbank, a nuove pressioni nel board per una modifica in senso più restrittivo.
Le componenti che hanno determinato l'andamento di dicembre sono tutte in aumento: i prezzi energetici sono previsti in crescita del 2,5% su anno (-1,1% a novembre), il ritmo più elevato del 2016, seguono i prezzi dei servizi con +1,2% dal +1,1% di novembre; alimentari, alcol e tabacco sono, in base alle stime di Eurostat, in aumento dell'1,2% (+0,7% a novembre). Infine, i beni industriali non-energetici salgono dello 0,3% (erano fermi a novembre). L’Inflazione core (che esclude prezzi volatili come l’energia e l’alimentare) è aumentata dello 0,9%.
I dati di dicembre seguono la decisione della Bce di prolungare l’allentamento quantitativo (Qe) per garantire una ripresa sostenuta dell'inflazione in un anno elettorale, il 2017, che potrebbe vedere le economie dell’eurozona colpite dalla incertezza politica. Quest’anno andranno al voto a marzo l’Olanda, a maggio e giugno la Francia per le presidenziali e a settembre la Germania. Le forti accelerazioni dei prezzi in Germania e in Spagna, sono state guidate principalmente da un aumento del costo del petrolio, un elemento che secondo Commerzbank non farà cambiare la politica monetaria della Bce ancora convinta della debolezza di fondo delle pressioni sui prezzi al consumo nei prossimi mesi.
«Si potrebbe certamente avere una riunione molto interessante nel primo trimestre dell’anno quando la Bce presenterà ai giornalisti e agli analisti le prime proiezioni di marzo, perché allora avremo i dati di inflazione di gennaio e febbraio che saranno molto probabilmente superiori a quella attuali», ha dichiarato a Bloomberg Claus Vistesen, capo economista eurozona di Pantheon Macroeconomics. «La Bce ha già preso atto della nuova situazione e concentrerà la sua attenzione sull’inflazione core».
L’Inflazione tedesca è salita a dicembre all’1,7% ,il maggior balzo da quando vengono pubblicati i dati dell’inflazione europea in modo armonizzato. L’aumento segue l’incremento del 12,6% del Brent avvenuto il mese scorso.
Il presidente della Bce Mario Draghi ha detto a dicembre che la crescita dei prezzi era ancora debole, anche seil membro del Comitato esecutivo Benoit Coeuré ha detto al Boersen-Zeitung la scorsa settimana che l'inflazione potrebbe affrontare rischi al rialzo.
Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, uno dei falchi della Bce, ha sostenuto la necessità di una svolta nelle politica accomodante una volta la crescita dei prezzi lo consentisse mentre il presidente dell’ifo, Clemens Fuest, ha detto in un'intervista pubblicata martedì che la Banca centrale potrebbe prendere in considerazione la fine degli acquisti di asset già a partire dal mese di marzo.
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