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Summers: populismi a rischio fascismo

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l’ex segretario al tesoro usa a davos

Summers: populismi a rischio fascismo

Larry Summers  a Davos (AP Photo/Michel Euler)
Larry Summers a Davos (AP Photo/Michel Euler)

DAVOS - «C'è il rischio che i movimenti populisti si trasformino nel tempo in movimenti illiberali di tipo fascista». Così Larry Summers, ex segretario al Tesoro Usa ai tempi del presidente Bill Clinton. A margine di un dibattito sulla rivolta della classe media attratta dai populismi dopo elezioni presidenziali americane e Brexit al Word Economic Forum di Davos, l'attuale professore alla Harvard University risponde così alla domanda che ricorda come negli anni Venti in Italia movimenti nazionalisti, come i populismi di oggi, propugnarono prima il protezionismo in termini di autarchia e poi attaccarono la democrazia liberale arrivando al partito unico. «Sì – risponde Summers – c'è sempre il rischio che i populismi degenerino in fascismo» come attacco alla democrazia liberale.

L’esempio di Trump

Summers in precedenza aveva detto nel corso del dibattito con Christine Lagarde del Fmi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che il populismo è «sempre controproducente per coloro che pretende di aiutare», come avvenne in Argentina con l'avventura di Peron. «Il nostro presidente eletto Donald Trump ha fatto quattro o cinque telefonate a quattro o cinque società, sospendendo lo stato di diritto, ed estorcendo loro la promessa di trasferire dal Messico decine o forse anche qualche centinaio di posti di lavoro negli impianti degli Stati Uniti -, ha detto Summers, - ma contemporaneamente la notizia ha fatto crollare il peso messicano al punto da rendere ancora più attrattivo produrre in Messico». Summers ha attaccato duramente le politiche protezioniste di Trump perché provocheranno una guerra commerciale e danneggeranno l'economia e l'export americani.

Bisogna riprendere il controllo della narrazione politica ora nelle mani di chi promuove la rivolta contro l'élite. Come? La ricetta di Summers per confrontarsi con il populismo e gli slogan della campagna di Trump è articolata e passa da varie iniziative politiche. «Il nostro obiettivo generale dovrebbe essere quello di rendere l'America più grande che mai», ha detto Summers. «Ed è molto diverso dal dire fare di nuovo grande l'America».

Le tre fasi necessarie per la crescita
L'ex segretario al Tesoro americano e teorico della “stagnazione secolare” ha suggerito tre fasi principali. In primo luogo, varare nuovi «investimenti pubblici su scala adeguata a partire dalle infrastrutture> anche abbracciando la tecnologia e l'istruzione; secondo punto, «rendere il processo di integrazione globale utile e benefico anche alla gente comune» e terzo «permettere che si realizzino i sogni di ogni giovane americano», tra cui il diritto all'istruzione, trovare un lavoro e acquistare una casa in proprietà.

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