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E Tsipras avverte: «Scherzate con il fuoco»

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la crisi greca

E Tsipras avverte: «Scherzate con il fuoco»

Atene lancia un avviso all’Fmi e a Berlino di non «scherzare con il fuoco» sul terzo piano di salvataggio della Grecia. Il premier Alexis Tsipras è convinto che alla fine il Fondo monetario resterà fuori dai giochi, ma invita i partner europei a prenderne atto. «L’accordo con i creditori si troverà, anche senza l’Fmi», perché Atene non accetterà le richieste «assurde» dai creditori, riferendosi in particolare alle nuove misure di austerità volute dal Fondo monetario. Così il premier greco durante la riunione del comitato centrale di Syriza, il partito di maggioranza relativa.

«Non so se la revisione sarà completata con l’Fmi che alla fine ha un ruolo di finanziamento relativo, ma la revisione sarà completata perché l’Europa non può permettersi di scherzare con il fuoco», ha detto Tsipras. Il premier ha chiesto alla cancelliera tedesca Angela Merkel di tenere a bada il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, dai continui attacchi alla Grecia. Anche Jean-Claude Juncker è preoccupato. «Il terzo programma di salvataggio potrebbe cadere a pezzi, poiché l’Fmi non ha ancora deciso se prenderne parte», ha detto il presidente della Commissione Ue. «Siamo su un terreno scivoloso e non vediamo come l’Fmi possa gestire questo problema», ha ammesso alla radio tedesca Deutschlandfunk.

In questo quadro a tinte fosche il più sicuro di sé ad Atene è stato il ministro della Difesa Panos Kammenos, segretario del partito dei Greci indipendenti, che ha affermato che «l’accordo si farà il 20 febbraio senza nuove misure di austerità». Non è così, ma la politica ad Atene è al lavoro per far digerire l’ennesima dose di austerità. Certo è che la tensione sulla Grexit è momentaneamente scesa, mentre la Grecia e i suoi creditori hanno compiuto progressi venerdì a Bruxelles verso un’intesa che avrebbe assicurato nuove erogazioni di credito. Ora però Tsipras ha alzato la posta e i mercati non mancheranno di prenderne atto. L’intesa tra i creditori e Atene libererebbe un’altra tranche di fondi e consentirebbe alla Grecia di rimborsare un debito di 7,2 miliardi di crediti in scadenza a luglio evitando il default. Per dare questa tranche di aiuti gli europei e l’Fmi si sono accordati per chiedere nuova austerità per 3,6 miliardi, il 2% del Pil. Le clausole di salvaguardia scatterebbero se non venisse raggiunto l’obiettivo dell’avanzo primario al 3,5% del Pil e consistono nei soliti tagli alle pensioni e misure per ampliare la base imponibile.

Le bandiere della Grecia e della Ue in una via di Atene

Ulteriori tagli alla spesa sociale, in particolare per le pensioni che sono già passate attraverso 11 decurtazioni dall'inizio della crisi nel 2010 con il 50% della popolazione che vive solo di rendite previdenziali, sono difficili da far passare dopo otto anni di austerità.

I rappresentanti dei creditori torneranno ad Atene la settimana prossima per controllare se la Grecia ha rispettato i patti. «Non discuteremo richieste non sostenute dalla logica e dai numeri», ha detto Tsipras ai seguaci, tra i quali una parte spinge per aspettare i risultati elettorali in Olanda e Francia e poi cercare un accordo soft con Bruxelles. O in caso estremo di andare al default, non pagare i creditori e tornare alla dracma. Tsipras ha accusato l’Fmi di venire ad Atene con «nuove richieste assurde da giustificare una decisione già presa dal Fondo: non partecipare al salvataggio». L’Fmi finora è rimasto fuori dalla partita perché non riteneva sostenibile un programma che potrebbe tenere la Grecia con un debito al 275% del Pil entro il 2060. Ora però non bisogna mancare l’opportunità di fare l’accordo il 20 febbraio. Dopo potrebbe essere tardi. Come dice Tsipras, «Il 2017 non è un anno difficile, è l’anno in cui l’Europa potrebbe disintegrarsi».

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