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Trump-Trudeau: solo «piccole correzioni» al Nafta. Ma…

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Trump-Trudeau: solo «piccole correzioni» al Nafta. Ma tacciono sull’emigrazione

Justin Trudeau e Donald Trump (Ap)
Justin Trudeau e Donald Trump (Ap)

NEW YORK - Commercio e sicurezza anti-terrorismo. Una «partnership stretta», che si è tradotta in un incontro «produttivo» e che promette «prosperità» per entrambi i Paesi e nessun conflitto economico. Donald Trump ha celebrato così oggi la visita alla Casa Bianca del premier del Canada Justin Trudeau. Il vertice meno carico di controversie di questo suo turbolento inizio di presidenza sul fronte internazionale, il terzo summit dopo quello di venerdì con il premier giapponese Shinzo Abe, il debutto con il leader britannico Theresa May e il mancato incontro con il presidente messicano Enrique Pena Nieto franato su immigrazione e muro al confine. «Abbiamo l'opportunità di costruire nuovi ponti di cooperazione» con Ottawa, ha affermato Trump alla conferenza stampa congiunta.

Trudeau ha a sua volta dipinto un quadro di colloqui costruttivi su «stabilità e sicurezza». Le nostre vittorie, ha detto ricordano la lunga storia comune anche militare dei due alleati, «sono condivise». E, ha aggiunto, «l'interscambio commerciale avvantaggia entrambi». Trump ha sottolineato che le relazioni bilaterali sono «eccezionali» e che i rapporti commerciali con il Canada «non sono un problema» assimilabile a quello con il Messico. Parlando di una rinegoziazione del Nafta, l'accordo di libero scambio del Nordamerica tra i tre paesi, ha promesso «piccole correzzoni» nel caso del Canada.

Trump non ha fatto mistero del suo obiettivo di rinegoziare il Nafta per strappare condizioni più favorevoli per gli Stati Uniti sollevando timori anche in Canada. Anche se non ha ancora notificato al Congresso l'avvio di trattative per riscriverlo o aggiornarlo, un passo necessario con 90 giorni di anticipo per aver certezza che i parlamentari possono considerarlo con le procedure di fast-track.
La posta economica in gioco è sicuramente enorme. Ogni giorno 400.000 persone e 1,5 miliardi di dollari di merci e servizi transitano attraverso le quattromila miglia della frontiera. L'interscambio Stati Uniti - Canada è uno dei maggiori al mondo, pari a 545 miliardi l'anno. Ottawa è il principale partner commerciale statunitense dopo la Cina. Ben 35 dei 50 stati americani hanno nel Canada il principale mercato per l'esportazione, soprattutto stati industriali quali Michigan e Ohio cari a Trump. Il settore auto, che ha fatto fa apripista fin dal 1965 con un'intesa bilaterale per abbattere barriere, invia in Canada 22 miliardi di dollari di componentistica ogni anno, di gran lunga l'export più elevato che vanta. Da parte sua il Canada spedisce a sud del confine due terzi del suo export totale, pari al 20% del Pil.

Gli screzi economici non mancano: dalle proteste americane nel settore del legname alle richieste canadesi di maggiore flessibilità nei servizi. Lo squilibrio commerciale è tuttavia minimo: il Canada vanta un surplus nelle merci di dieci miliardi; compresi i servizi l'attivo è di 11 miliardi a favore degli Stati Uniti. Una realtà ben diversa cioè dagli oltre 60 miliardi di deficit con il Messico, per non citare Germana o Cina. Stati Uniti e Canada sono inoltre legati da patti commerciali bilaterali da ben prima del Nfta, scattato nel 1994: un ampio accordo tra i due paesi era stato preparato sotto l'amministrazione di Ronald Reagan.

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Le due nazioni sono anche state alleati militari e sulle questioni di sicurezza nazionale e anti-terrorismo. Ma tensioni difficili da conciliare esistono su politiche che hanno importanti riflessi sulle strategia di sicurezza, a cominciare dall'immigrazione: sia Trudeau che Trump amano i tweet, ma i loro 140 caratteri sono a 180 gradi di distanza. Quando Trump ha lanciato il suo decreto contro rifugiati e immigrati da sette paesi islamici, Trudeau ha annunciato invece che il Canada teneva aperte le frontiere a tutti coloro che fuggivano da guerre e persecuzioni. Ottawa ha accettato nell'ultimo anno circa 50.000 rifugiati, che fatte le debite proporzioni di popolazione equivarrebbero a oltre 300.000 negli Stati Uniti, sette volte quelli che intende accettare Trump. L'argomento è stato però evitato in pubblico. Maggiore assonanza c'è al contrario sulla politica energitica e industriale: Trudeau ha ricordato che entrambi i presidenti sono stati eletti per rilanciare i ceti medi. Trump ha inoltre sbloccato il grande oleodotto Keystone per portare greggio dalle sabbie bituminose canadesi fino alle raffinerie del Golfo del Messico, un progetto favorito dai canadesi seppure senza l'entusiasmo della Casa Banca a causa ei rischi ambientali e delle preoccupazioni sull'effetto serra.

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