Due giornalisti sotto copertura, telecamere nascoste e un documentario che svela i segreti del mercato mobiliare londinese,
dove i soldi sono soldi e non hanno nessun odore. Il fiume di denaro sporco che ogni anno invade il Regno Unito trova così
il suo rifugio sicuro nelle abitazioni di lusso attorno ad Hyde Park, Oxford Street, o Knightsbridge. “From Russia with cash”, andato in onda su Channel 4, ha rivelato agli inglesi il lato nascosto (ma non tanto) di un mercato che non ha conosciuto crisi negli ultimi anni.
Nel documentario Roman Borisovich, attivista anticorruzione russo, veste i panni di Boris, un alto funzionario del ministero
della Salute di Mosca, e Natalie Sedletska, giornalista investigativa ucraina, è la sua amante Nastja. La coppia contatta
cinque agenti immobiliari londinesi e visita altrettante proprietà a Kensington, Chelsea e Notting Hill. Abitazioni di lusso,
il cui valore si aggira fra i 3 e i 15 milioni di sterline. Boris rivela agli agenti immobiliari che i suoi sono soldi sporchi,
sono il frutto di corruzione e appropriazioni indebite, ma nessuno di loro fa una piega. In cambio di commissioni tra 65mila
e 315mila sterline gli agenti tirano dritto e non denunciano alla National crime agency (Nca) il tentativo di Boris di riciclare
in territorio britannico i soldi sottratti alla Federazione russa.
A Londra, capitale mondiale del riciclaggio, questa sembra essere la normalità .
Un miliardo al mese di capitali illeciti
Secondo un report realizzato da Deutsche Bank nel 2015, dalla metà degli anni 70 i capitali nascosti arrivati in Gran Bretagna sono ammontati a 133 miliardi di sterline, l'8% del
Prodotto interno lordo. Tra il 1993 e il 2005 sono approdati nella capitale britannica 43 miliardi di sterline e altri 93
miliardi hanno fatto il loro ingresso tra il 2006 e il 2015. Il flusso si è stabilizzato negli ultimi cinque anni a un ritmo
di un miliardo di pound al mese.
L’escalation dei fondi non tracciabili dal ’70 ad oggi - Valori assoluti in miliardi di sterline. (Fonte: Deutsche Bank)

Dove vanno tutti questi soldi, gran parte dei quali provengono proprio dalla Russia? Una buona percentuale finisce negli immobili di lusso. Basta farsi un giro per le zone più ricche della Central London per fotografare il giro di denaro che ruota attorno ai cantieri dei nuovi complessi in costruzione. Si tratta il più delle volte di abitazioni esclusive destinate a una clientela straniera. «Solo il 27% dei nuovi appartamenti viene acquistato da londinesi – spiega George Turner, giornalista investigativo che dal sito Ourcity.London racconta il lato oscuro del mercato immobiliare londinese -. Tutto il resto finisce nelle mani di investitori esteri».
I capitali che sfuggono alla tracciabilità, percentuale sul Pil. (Fonte: Deutsche Bank)

Il settore immobiliare sembra preda degli appetiti della criminalità (per investimenti o basi strategiche) e di chi vuole
riciclare con facilità . A settembre 2016 - proprio quando la Nca lanciò l’ennesimo allarme sulla lavanderia del denaro sporco
aperta 24 ore su 24 nel regno Unito - il sindaco di Londra, Sadiq Khan, ha annunciato un'inchiesta senza precedenti sulla
proprietà in mano straniera, nel tentativo di capire il ruolo che nel mercato immobiliare londinese giocano i soldi schermati
o che provengono dalle piazze offshore.
A fine 2016 ben 44.022 proprietà londinesi (immobili residenziali e commerciali, visto che il catasto inglese non fa distinzione)
erano detenute da 23.653 società estere. Di queste società , 21.444 (91%) sono state registrati in giurisdizioni offshore e
in loro possesso ci sono 40.098 proprietà . La maggior parte delle proprietà è a Westminster (31%), e poi i quartieri londinesi
di Kensington e Chelsea (16%) e Camden, una zona a nord di Londra (5%). Il valore medio delle proprietà detenute è di 1,9
milioni di sterline, con punte di 86 milioni. A svelare questo scenario è Transparency International che il 2 dicembre 2016,
con Thomson Reuters è tornata ad analizzare il mercato immobiliare londinese con il rapporto “Proprietà a Londra: la meta
preferita per i riciclatori - La verità svelata con l'analisi dei dati”.
Un dato impressiona: la velocità con la quale le proprietà immobiliari londinesi finiscono nella rete di società offshore.
Basti pensare che a fine 2014 queste società possedevano 40.725 proprietà . Delle 23.653 aziende uniche registrate nel catasto
inglese, il Rapporto è stato in grado di tracciarne circa 13mila che, a loro volta, sono collegate a 24mila persone fisiche
o persone giuridiche. Insomma, un groviglio inestricabile.
Otto abitazioni su dieci a investitori esteri
Questi dati vengono confermati anche dall'ultimo rapporto della stessa Transparency International Uk (“Faulty Towers”, le torri difettose) diffuso all'inizio di marzo. Gli esperti di Transparency hanno cercato di capire qual è l'impatto della corruzione straniera
sul mercato del real estate londinese. Le conclusioni sono disarmanti. Otto nuove abitazioni su dieci vengono vendute a investitori
esteri. Il campione preso in considerazione dall'indagine è composto da duemila appartamenti di 14 progetti di sviluppo immobiliare:
1.616 sono stati acquistati da individui o società straniere, il più delle volte offshore. Solo 450 sono finiti nelle mani
di acquirenti britannici. Nel complesso, il 40% delle abitazioni è stato rilevato da persone o società provenienti da paesi
ad alto rischio di corruzione o da paradisi fiscali. In alcuni casi, come nel progetto immobiliare South Gardens Elephant
Park o in quello denominato The Corniche ad Albert Embarkment il 100% degli appartamenti è stato acquistato da investitori
stranieri.
Dove sono domiciliate le società che detengono proprietà immobiliare sotto indagine (Fonte: Transparency International Uk, marzo 2015)

«Il mercato immobiliare londinese è altamente vulnerabile alla corruzione. Alcune indagini hanno scoperto che immobili per
un valore di 4,2 miliardi di sterline siano stati acquistati con soldi di origine sospetta», spiega Rachel Davies, senior
advocacy manager di Transparency International Uk. Circa la metà di quegli immobili si trova in un’area di tre miglia da Buckingham
Palace, cioè nel pieno centro di Londra.
Il rapporto di Transparency mostra come dal 2008 proprietà immobiliari per un valore di 100 miliardi di sterline sono state
acquistate da società domiciliate in giurisdizioni segrete, cioè in paradisi fiscali e societari. Dal Medio Oriente, dalla
Russia e dall'Europa dell’Est sono arrivate massicce quantità di capitali sospetti. Solo i russi hanno acquistato l’8,5% delle
abitazioni con un valore dai due milioni di sterline in su tra il marzo 2012 e il marzo 2013. Nello stesso periodo gli investitori
cinesi e di Hong Kong si sono impadroniti del 27% del mercato in termini di volume. L'area di Kensington conta ormai una densitÃ
di cittadini russi talmente alta che si è guadagnata il soprannome di “Piazza rossa”.
«Chi possiede denaro frutto di corruzione ha bisogno di un luogo sicuro dove investirlo – sottolinea Naomi Hirst, attivista
di Global Witness -. E Londra, sfortunatamente, lo è».
Gli agenti immobiliari chiudono gli occhi
Gli agenti immobiliari, che per legge dovrebbero segnalare alla Nca le operazioni sospette, spesso chiudono entrambi gli occhi.
«Il motivo è semplice - racconta Rachel Davies di Transparency -: la commissione media guadagnata sulla vendita di una residenza
del valore di un milione di sterline è di 20mila sterline. La multa media che viene comminata agli agenti immobiliari che
commettono irregolarità è stata finora di 1.134 sterline. Si capisce bene come, a conti fatti, sia conveniente correre il
rischio. Anche perché nel Regno Unito abbiamo ben 27 organismi che dovrebbero sorvegliare il mercato immobiliare e 15 di loro
sono in conflitto di interesse, visto che sono allo stesso tempo sorvegliati e controllori».
(Fonte: Transparency International Uk, marzo 2017)

Dal 2014 il compito di contrastare la corruzione è demandato alla National crime agency. «La lotta al riciclaggio è una delle
nostre cinque priorità – dice una fonte qualificata della Nca -. Seguire il flusso dei soldi che il più delle volte vengono
riciclati nel mercato immobiliare non è impossibile ma è un'operazione lunga e complessa. Per esempio, l’indagine sui beni
dell'ex presidente nigeriano Sani Abacha è cominciata nel 2005 ma non è ancora finita».
Gli elementi da raccogliere devono essere convincenti. «Quando chiediamo alla Corte di sequestrare e congelare gli asset rintracciati
– spiega la fonte della Nca - dobbiamo avere prove molto concrete, altrimenti il rischio che la richiesta venga respinta è
elevato. Nei casi di corruzione internazionale è molto difficile ottenere queste prove, specie se ci troviamo di fronte a
giurisdizioni che non collaborano».
La corruzione a portata di mano
Nel marzo 2015 Transparency international Uk aveva già condotto una ricerca sugli aspetti più critici del mercato del real
estate londinese: «La corruzione a portata di mano - Come i capitali sporchi vengono utilizzati per acquistare proprietà immobiliari».
Da quel rapporto emergeva che oltre 180 milioni di sterline di beni proprietari immobiliari nel Regno Unito sono sospettati
di essere dal 2004, in un mondo o nell'altro, frutto della corruzione. È importante sottolineare che questa stima - si legge
nel Rapporto di Transparency international Uk del 2015 - rappresenta una minima parte del reinvestimento complessivo in immobili
visto che stime delle Nazioni Unite di febbraio 2015 indicano che, in generale, i flussi rilevati dalle autorità giudiziarie
rappresentano in media solo l'1% dei flussi di riciclaggio del denaro sporco.
(Fonte: Transparency International Uk su dati del Land Registry)

Oltre il 75% di queste proprietà ricorrono a società off-shore per celare l'identità del proprietario e questo diventa una
barriera spesso insormontabile per le indagini sul riciclaggio di denaro. Tutte le società estere e i trust che detengono
titoli di proprietà immobiliari nel Regno Unito, sotto inchiesta penale per corruzione, sono registrati in giurisdizioni offshore.
Le dipendenze della Corona Britannica e i territori all’estero (Anguilla, Bermuda, British Virgin Islands; Isole Cayman; Gibilterra,
Montserrat, Turks and Caicos Islands oltre a Jersey, Guernsey e l'Isola di Man che sono sotto la sovranità della Corona britannica
seppur in un rapporto costituzionalmente diverso con il Regno Unito) sono l'opzione preferita per occultare la reale proprietà .
A marzo 2015 l' 89% di questi titoli di proprietà erano detenuti da società costituite in giurisdizioni offshore e coprivano
circa 2025 miglia quadrate di Londra. Questo calcolo ( che si può sempre leggere nel rapporto «La corruzione a portata di
mano - Come i capitali sporchi vengono utilizzati per acquistare proprietà immobiliari») deriva dalla stima della societÃ
di servizi immobiliari e gestione di capitali per proprietari Jones Lang LaSalle, sulla base della dimensione media di proprietÃ
residenziale a Londra, che è di circa 160 metri quadrati. Più di un terzo di tutte le società estere che possedevano a marzo
2015 proprietà immobiliari a Londra erano registrate nelle Isole Vergini Britanniche (13.831 proprietà ), Jersey (5.960 proprietà ),
Isola di Man (3.472 proprietà ) e Guernsey (3.280 proprietà ).
Parla la Polizia metropolitana di Londra
Jon Benton, direttore delle operazioni dell’unità anticorruzione della Polizia metropolitana in un'intervista del 6 giugno
2015 ha dichiarato che «il mercato immobiliare di Londra è attraente per molti motivi, non ultimo a causa della sicurezza
sugli investimenti e al fatto che garantisce un rifugio ai grandi capitali. In quasi tutti i grandi casi di corruzione indaghiamo
e troviamo - questo almeno è il nostro sospetto - proventi della corruzione che vengono utilizzati per acquistare proprietÃ
di grande valore. La percentuale di proprietà acquistata con denaro illecito è molto bassa rispetto al commercio legittimo,
ma i valori sono enormi. Le proprietà che vengono acquistate con denaro illecito passano quasi sempre attraverso strutture
offshore». Nella stessa intervista Benton ha dichiarato che «il numero di proprietà immobiliari che abbiamo scoperto come
sospette rappresentano in realtà la pinta di un iceberg».
Il 9,3% delle proprietà immobiliari a Westminster, il 7,3% di immobili a Kensington & Chelsea e il 4,5% nella città di Londra
sono di proprietà di una società registrata in una giurisdizione offshore.
Se l’analisi si sposta al luogo di costituzione e registrazione, la percentuale di società che detengono proprietà immobiliari
sotto indagine, cambiano e rivelano che il 49% si colloca a Jersey, il 15% nell'Isola di Man, a seguire le Isole Vergini Britanniche
(10%) , altre giurisdizioni (incluse Mauritius e Panama con il 21%) e Gibilterra (5%).
Nel 2011 le analisi dell'Ufficio antidroga dell'Onu e della Banca Mondiale, che presero in esame 161 grandi casi di corruzione
scoprirono che le società -veicolo coinvolte erano perlopiù registrate nelle Isole Vergini Britanniche (91 casi), Regno Unito
(24), Isole Cayman (15), Bermuda (12); Jersey (12); Isola di Man (7).
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