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Trump studia dazi del 100% su alcuni prodotti Ue. Gentiloni: la…

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rischio protezionismo

Trump studia dazi del 100% su alcuni prodotti Ue. Gentiloni: la qualità non ha frontiere

2014_Franco Patrignani Cost to Coast USA, in un'immagine esposta in occasione della mostra allestita nel Museo Piaggio di Pontedera, nell'aprile 2016, in occasione dei 70 anni della Vespa. ANSA/UFFICIO STAMPA PIAGGIO
2014_Franco Patrignani Cost to Coast USA, in un'immagine esposta in occasione della mostra allestita nel Museo Piaggio di Pontedera, nell'aprile 2016, in occasione dei 70 anni della Vespa. ANSA/UFFICIO STAMPA PIAGGIO

Nel mirino ci sono diversi simboli del “Made in Europe”: acqua minerale e formaggio francese, motociclette svedesi e, per l’Italia, la mitica Vespa targata Piaggio. Ma in una nota del Dipartimento del Commercio Usa si menzionano «fino a 90 prodotti europei» che potrebbero essere soggetti a tariffe di ingresso negli Stati Uniti.

L’amministrazione Usa sta valutando di imporre dazi punitivi del 100% sugli scooter Vespa (Piaggio), l’acqua Perrier (Nestlè, che produce anche la San Pellegrino) e il formaggio Roquefort, le moto Husqvarna e KTM in risposta al bando Ue sulla carne di manzo Usa di bovini trattati con gli ormoni. Lo scrive il Wall Street Journal. Dietro la misura - non ancora varata, è bene precisarlo - ci sarebbero le proteste dei produttori di carne di manzo americani, secondo i quali la Ue non ha aperto abbastanza i propri mercati alla loro carne di «alta qualità», quella non trattata con gli ormoni, come prevedeva un accordo del 2009. Il valore complessivo contro cui l'amministrazione americana può vendicarsi è però limitato: secondo le norme del Wto, gli Stati Uniti possono imporre dazi punitivi solo su importazioni per un valore di 100 milioni di dollari da tutti i Paesi Ue. Una cifra davvero piccola rispetto agli oltre 360 miliardi di export complessivo della Ue verso gli Usa. La questione, in realtà, cova da mesi

L’EXPORT VERSO GLI USA E I SETTORI A RISCHIO
Valori in milioni di euro, dati 2016. (Fonte: Global Trade Alert Database)

Con una nota del 23 dicembre scorso, infatti, era apparsa sul sito del Dipartimento del Commercio Usa, una nota in cui Washington annunciava di essere pronta a prendere provvedimenti contro la decisione della Ue di vietare l’ingresso di carni bovine americane. In quel caso, c’era ancora l’amministrazione Obama. Che aveva spiegato che se il bando fosse continuato sarebbero potute partire ritorsioni con l’imposizione di dazi doganali su una lista che includeva cireca 90 merci europee (da molti tipi di carne a vegetali, ma anche semilavorati e motociclette tra 50 e 250cc). La diatriba però parte dal 1996, quando Washington trascina Bruxelles davati al Wto perchè si rifiuta di importare la sua carne, alimentata ad ormoni (che in Europa è proibita). Nel 1998 il Wto sanziona il bando Ue alle importazioni di carne bovina Usa a prescindere dalla presenza (o meno) di ormoni.

Così nel 2009 Usa e Ue “fecero pace” stringendo un’intesa: Washington prevedeva la rinuncia all'applicazione di ritorsioni che aveva già in cantiere. La Ue, da parte sua, dava il via libera all’accesso sul mercato europeo di 20mila tonnellate di carne di manzo Usa di alta qualità proveniente da animali non trattati con ormoni per i primi tre anni; quantità che sarebbe salita a 45mila tonnellate dopo quattro anni.

Tuttavia, questi contingenti non erano riservati solo agli Usa ma riguardavano tutti i Paesi terzi. Quindi, quelle quantità venivano costantemente esaurite da altri Paesi come Australia, Canada, Nuova Zelanda e Argentina che vi accedono a discapito degli Usa, i quali negli anni si sono visti diminuire le quantità di carni a dazio zero a loro riservate. Da qui la minaccia Usa.
Per questo, qualche mese fa anche l’italiana Assocarni aveva aperto: «Divieto assoluto di carne agli ormoni in Europa – aveva sancito l’associazion dei produttori nazionali – ma la Commissione Ue deve riconoscere agli Usa un contingente ad hoc di carne di alta qualità hormone free».

Da parte Usa la posizione è ferma: la Ue trovi subito «una soluzione tecnica, perché non è corretto che Paesi terzi si avvantaggino di contingenti concessi per compensare un danno che gli Usa hanno avuto riconosciuto in ambito Wto». In realtà, il Ttip – il negoziato di libero scambio tra Usa e Ue che lo stesso Trump ha congelato e non sembra intenzionato per ora a riprendere – avrebbe dovuto essere la sede per risolvere la disputa dell’import alla carne senza ormoni (non quella con, come spesso si è detto).

Secondo gli ultimi dati di Federalimentare, nel 2016 l’Italia ha esportato negli Usa 3,8 miliardi di prodotti agroalimentari (rispetto ai 3,6 miliardi del 2015) con un aumento, in unn solo anno, del 5,77 per cento. Le importazioni, invece, sono calate, passando da 1,1 miliardi del 2015 a 975 milioni nel 2016: un calo di oltre il 12,8 per cento.

La storia antica dei dazi Usa sull'industria alimentare europea

Gentiloni: la qualità non ha frontiere
«La qualità non ha frontiere: dazi, protezionismi, chiusure non possono essere barriere che mettono un freno, un muro alla qualità. La qualità è crescita e benessere per tutti». Lo ha detto il premier, Paolo Gentiloni, intervenendo alla cerimonia della consegna della nave da crociera Majestic Princess.

Colombo (Facebook Italia): «Protezionismo un disastro»
«Il protezionismo per noi è un mezzo disastro, sta nella missione di Facebook di rendere il mondo aperto e connesso, per tanti attori di questo settore e tante piattaforme digitali è un controsenso»: così Luca Colombo, country manager di Facebook Italia, sulla stretta di Donald Trump su prodotti di europei e anche sul Made in Italy.

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