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Dazi e tariffe non doganali zavorrano il commercio

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verso il B7

Dazi e tariffe non doganali zavorrano il commercio

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Due grandi temi di attualità internazionale. Il primo è la governance del commercio globale, la riforma del Wto e il protezionismo. Il secondo, il binomio innovazione e sostenibilità, e quindi Industria 4.0, le politiche per la ricerca e l’innovazione, l’economia circolare. Saranno al centro di due giorni di confronto, oggi e domani, in Confindustria, in vista del 43° vertice del G7 che si terrà a Taormina il 26 e 27 maggio. Otto delegazioni di vertice delle principali associazioni imprenditoriali dei paesi del G7, circa 100 partecipanti, saranno riuniti a Roma per l’appuntamento che ogni anno si tiene in occasione del summit dei Capi di Stato e di governo. Dopo otto anni dall’ultima presidenza italiana, Confindustria, organizzazione imprenditoriale del paese di turno, ha il ruolo di coordinare e sovrintendere i lavori del B7 2017.

Al termine sarà preparata la dichiarazione finale del B7 Italy, come contributo della business community, e sarà consegnata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in modo che le raccomandazioni contenute possano trovare spazio nella Dichiarazione finale del G7 Italy di Taormina. Gentiloni interverrà domani al confronto a porte chiuse, in Confindustria, insieme ad altri esponenti del governo, per favorire l’interazione tra leader industriali e politici: ci saranno i ministri degli Esteri, nell’Economia e dello Sviluppo economico, Angelino Alfano, Piercarlo Padoan e Carlo Calenda. Per le imprese, oltre al presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, saranno presenti la numero uno di Business europe, Emma Marcegaglia e i leader di importanti multinazionali.

Il seminario di oggi pomeriggio anticiperà i lavori del B7 con un confronto internazionale sull’uso efficiente delle risorse, organizzato da Confindustria e dalla Global Business Coalition, moderato dalla vice presidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione, Licia Mattioli, e dal presidente del Gruppo tecnico industria e ambiente di Confindustria, Claudio Gemme, presenza il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti.

Come base per la discussione sul protezionismo il Centro studi di Confindustria ha preparato una documento da dove emerge che dal 2008 al 2016 i paesi del G20 hanno implementato più di 4mila nuove misure protezionistiche. Secondo il rapporto Global Trade Alert il ricorso a nuove misure è aumentato di più del 50% negli ultimi due anni, registrando i livelli massimi dall’inizio della rilevazione nel 2009. I paesi del G20 sono responsabili di circa l’80% di queste restrizioni. Non stupisce quindi dice il Csc che negli ultimi cinque anni la crescita del commercio mondiale abbia fortemente decelerato e l’intensità degli scambi globali (definita come rapporto tra scambi e pil) abbia smesso di crescere, bloccandosi sotto il 25 per cento. La frenata del commercio, ha puntualizzato la nota del Csc, è dovuta anche a fattori strutturali, oltre all’ondata neo protezionista. Ma i dazi e le barriere aggravano il problema. Occorre creare le condizioni per una crescita solida, inclusiva e sostenibile, riscoprendo il ruolo centrale del manifatturiero.

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