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Pyongyang: pronti a guerra se Usa vogliono. Cina: dialogo, no…

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il confronto tra usa e nord corea

Pyongyang: pronti a guerra se Usa vogliono. Cina: dialogo, no provocazioni

La Corea del Nord «andrà in guerra se» gli Stati Uniti «lo sceglieranno». Lo ha dichiarato in un’intervista alla Associated Press il viceministro degli Esteri nordcoreano Han Song-ryol. Han ha puntato il dito contro le «manovre militari spericolate» degli Usa e possibili «attacchi preventivi», avvertendo che Pyongyang «ha un potente deterrente nucleare». Ha poi accusato il presidente americano Donald Trump di aver creato un «circolo vizioso» di tensioni nella penisola coreana.

Di fronte a un attacco preventivo americano Pyongyang, ha detto, «non terrà le braccia incrociate» e che il prossimo test nucleare sarà condotto quando il quartier generale supremo nordcoreano lo riterrà più opportuno. Per il viceministro degli Esteri nordcoreano Han Song-ryol la politica di Donald Trump è «più aggressiva» di quella di Barack Obama. «Abbiamo fatto un confronto con le precedenti amministrazioni americane e la conclusione è che questa è più violenta e aggressiva» verso la Corea del Nord, ha aggiunto.

Han ha aggiunto che non è il suo Paese quanto il presidente Usa a «creare guai». Nei giorni scorsi Trump aveva scritto infatti su Twitter che la Corea del Nord «è in cerca di guai». «Trump provoca in continuazione con le sue frasi aggressive. Non è la Repubblica popolare democratica di Corea ma gli Usa e Trump che creano guai».

Intanto dagli Usa, il Pentagono non commenta le indiscrezioni della Nbc, secondo le quali gli Stati Uniti sarebbero pronti a un attacco preventivo alla Corea del Nord nel caso di imminente test nucleare da parte di Pyongyang. Secondo quanto avrebbero riferito fonti dell’intelligence a Nbc, gli Stati Uniti hanno posizionato due cacciatorpediniere con missili Tomahawk non lontano dalla Corea del Nord.

Un forte avvertimento arriva da Pechino. In un’eventuale guerra tra Corea del Nord e Stati Uniti «non ci possono essere vincitori». Lo ha detto il ministro degli esteri cinese Wang Yi, promettendo il sostegno della Cina a qualsiasi tentativo di dialogo tra le parti. «Invitiamo tutte le parti a smettere di provocare e minacciarsi a vicenda e a non permettere che la situazione diventi irreparabile e fuori controllo», ha aggiunto Wang in una conferenza stampa con il collega francese Jean-Marc Ayrault.

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