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    Dossier | N. (none) articoliLa Francia sceglie il Presidente: un voto storico

    Macron e Le Pen al ballottaggio. I socialisti e i gollisti, sconfitti: «Ora uniti contro il Front National»

    PARIGI - Emmanuel Macron in testa al 24 per cento. Marine Le Pen al 21,9 per cento. Saranno loro i finalisti delle presidenziali francesi, i duellanti del secondo turno, il 7 maggio. I sondaggi sono stati quindi rispettati (anche se nei voti “reali”, conteggiati dal ministero dell’Interno, alle ore 23 era in vantaggio la leader dell’estrema destra, grazie allo scrutinio più rapido nei piccoli comuni) . Si tratta ora di aspettare due settimane per sapere se verranno rispettati anche quelli del ballottaggio, secondo i quali l'ex ministro dell'Economia dovrebbe vincere largamente, con uno “score” intorno al 60 per cento.

    La voglia di rinnovamento chiaramente espressa dai francesi, che si sono recati alle urne in misura superiore al previsto, ha quindi trovato conferma nelle urne. Dalle quali è uscita una vera ricomposizione del panorama politico francese. Per la prima volta dal 1958, dalla nascita della Quinta Repubblica, i due partiti storici del bipolarismo saranno assenti dal secondo turno delle presidenziali: il candidato della destra François Fillon ha raccolto il 19,9% (appena davanti all'esponente della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, al 19,3%) e quello dei socialisti, Benoit Hamon, appena il 6,3 per cento.

    I TOTALI
    I RISULTATI
    La mappa è colorata in base ai risultati, indicando il candidato più votato in ognuno dei 96 dipartimenti metropolitani (esclusi i territori oltremare) francesi

    Al bipolarismo politico si è sostituito un nuovo bipolarismo, sociale e culturale. Tra una Francia ottimista, aperta, volontarista, europeista, meticcia e laica – incarnata da Macron. E una Francia impaurita, in difesa, malmostosa, nazionalista,bianca e cattolica – incarnata dalla Le Pen.

    Da Hamon a Fillon, (quasi) tutti contro Marine Le Pen
    Sembra quasi impossibile che alla fine prevalga la seconda, anche se certo la Le Pen raccoglierà una parte dei voti di Fillon e alcuni elettori di Mélenchon (che non ha dato indicazioni di voto per il secondo turno e ha invitato i simpatizzanti a esprimersi sulla piattaforma web del movimento) non voteranno Macron.
    Hamon ha già invitato a votare per Macron. Nelle prossime ore lo farà il presidente uscente, François Hollande.

    E lo stesso ha fatto, con un breve intervento dai toni gravi e solenni, Fillon: “Bisogna pensare a ciò che è preferibile per il Paese, quando un partito estremista si avvicina al potere. Non c'è altra scelta che votare contro l'estrema destra. Quindi voterò per Macron”. E, rivolto ai suoi simpatizzanti ed elettori, li ha invitati a riflettere e optare “per quello che è meglio per voi e per i vostri figli”, in nome di una Francia “aperta al mondo”.

    Frexit più lontana
    Anche se il risultato della Le Pen (che nel 2012 aveva ottenuto il 18%) è tutt'altro che deludente – ed è quindi preoccupante – lo scenario, drammatico, di un'uscita della Francia dall'euro e dall'Europa, sembra insomma che possa essere escluso. Contro di lei ci sarà il cosiddetto “fronte repubblicano”, più o meno unito dietro il “no” al Front National (anche con l'astensione). Batterlo pare sostanzialmente impossibile.

    L’appello di Le Pen ai «patrioti»
    Certo per la Le Pen, Macron è l'avversario ideale, ben meglio di Fillon. E ieri sera, dalla roccaforte di Hénin-Beaumont, ha chiaramente fatto capire quali saranno i temi dello scontro dei prossimi giorni: «Il nostro è un risultato storico. Ora i francesi sono finalmente davanti a una scelta chiara. Da una parte ci sono la mondializzazione selvaggia, l'immigrazione di massa, la libera circolazione dei terroristi. Cioè il progetto dell'erede di Hollande. Dall'altra c'è la vera, grande alternanza, quella del popolo, dei patrioti, della Francia sovrana».

    Macron: «Cambiato il volto della politica francese»
    «In un anno – le ha risposto Macron dal palco della grande sala affittata alla Fiera di Parigi, insieme alla moglie Brigitte, in un'ambientazione all'americana, tra uno sventolio di bandiere francesi ed europee – abbiamo cambiato il volto della vita politica francese. Da questa sera ho il compito di riunire tutti i francesi, di riconciliare il Paese». Macron ha però raccolto meno voti di Nicolas Sarkozy nel 2007 (31%) e Hollande nel 2012 (28%) e quindi mostra ancora una certa fragilità, mentre il blocco anti-sistema ha comunque ottenuto più del 41 per cento.

    E l'attenzione si sposta già alle legislative di metà giugno. Cioè al rischio che Macron, alla guida di un partito nato appunto un anno fa, non riesca a ottenere una maggioranza parlamentare (servono 289 deputati) e debba quindi fare i conti con una coalizione articolata e composita, andando di volta in volta a cercare i voti sulle singole misure.

    Il dibattito televisivo tra Macron e la Le Pen, evento cruciale tra i due turni, si svolgerà il 3 maggio.

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