Dopo i telespettatori, anche i mercati hanno dato il loro giudizio sull’andamento del dibattito-scontro di mercoledì sera (seguito da 16,5 milioni di persone, in calo rispetto all’audience storica per questo appuntamento). E anche loro pensano che abbia prevalso Emmanuel Macron. O quantomeno che Marine Le Pen non sia riuscita a ottenere un risultato che possa mettere in dubbio l’esito – ormai scontato, in assenza di cataclismi – del voto di domenica prossima.
D’altronde gli ultimi sondaggi assegnano a Macron (in rialzo) il 61 per cento. Mentre Marion Maréchal Le Pen, la giovane deputata del Front National nipote di Marine, ha dichiarato che «raggiungere il 40% sarebbe già un enorme successo».
Alla Borsa di Parigi l’indice Cac40 ha fatto segnare un aumento dell’1,35% (a 5.372 punti), tornando sui livelli d’inizio 2008 e anche le altre piazze finanziarie europee hanno beneficiato di questa tendenza e Milano (+2%) si è aggiudicata la migliore performance. E apparentemente la festa non fa che cominciare. «I giochi – scrive in una nota Franklin Pichard, amministratore delegato di Kiplink Finance – sono (quasi) fatti. Il confronto televisivo non ha permesso di diminuire il divario tra i due candidati. Al contrario. Macron dovrebbe vincere e diventare il prossimo presidente della Repubblica. Tutti i mercati hanno quindi ripreso a salire, e dopo aver superato di slancio quota 5.300 da lunedì prenderanno il volo».
Un clima analogo si registra sui mercati obbligazionari. Il tasso sui decennali francesi è sceso intorno a quota 0,76 (dai picchi di due mesi fa, quando sembrava possibile persino un duello finale tra la Le Pen e il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon e aveva sfondato la soglia dell’1%), mentre lo spread (cioè il differenziale sui Bund tedeschi) è calato verso i 37 punti, quando ancora era a 85 punti lo scorso 11 aprile.
È quindi comprensibile che France Trésor, l’agenzia di Bercy incaricata di gestire il debito pubblico del Paese, non abbia avuto alcuna difficoltà a piazzare ieri mattina otto miliardi di titoli (rispetto a una forchetta prevista di 7-8 miliardi) a tassi d’interesse in flessione. Quattro miliardi con scadenza maggio 2027 sono stati collocati con un interesse dello 0,81% rispetto allo 0,97% dell’ultima operazione paragonabile, il 6 aprile. Due miliardi con scadenza 2030 hanno registrato un tasso dell’1,07%, rispetto al precedente 1,61% (settembre 2015). Altri due miliardi, con scadenza 2036, sono stati piazzati a un interesse dell’1,49%, rispetto all’1,61% del 2 marzo scorso.
Sul fronte politico, la campagna della Le Pen è ripresa in maniera problematica. A Dol, nelle difficili terre bretoni (dove al primo turno è arrivata quarta), è stata accolta al grido di «Via i fascisti» da una sessantina di manifestanti, che le hanno lanciato delle uova, costringendo il servizio d’ordine a intervenire. La visita a una fabbrica si è quindi svolta all’insegna della massima sicurezza: nessun contatto con la gente.
Dal canto suo, Macron ha deciso di passare al contrattacco su almeno una delle tante accuse infondate lanciate dalla sua avversaria nel corso del dibattito di mercoledì. «Spero che nelle prossime settimane non si scopra che Lei ha un conto offshore alle Bahamas», aveva buttato lì la Le Pen. Riprendendo una “fake news” fatta circolare sui siti nelle due ore precedenti il confronto televisivo. Il candidato centrista ha presentato una denuncia “contro ignoti” per diffusione di notizie false finalizzate ad alterare il voto. E la Procura di Parigi ha immediatamente aperto un’inchiesta preliminare.
L’ex ministro dell’Economia ha infine ricevuto un “endorsement” ufficiale – dopo una telefonata nei giorni scorsi – da Barack Obama. In un video di poco più di un minuto, fatto circolare sui social network, l’ex presidente americano ha sottolineato l’importanza del voto francese e spiegato che sostiene Macron «perché fa leva sulle speranze della gente e non sulle paure». «En Marche! Vive la France», ha concluso il suo messaggio Obama.
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