Mondo

Embrione degli eurobond e Tesoro comune nel piano di Bruxelles

  • Abbonati
  • Accedi
LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE

Embrione degli eurobond e Tesoro comune nel piano di Bruxelles

(Agf)
(Agf)

Accelerazione in due tappe del processo di integrazione europea, un embrione dei tanto sospirati eurobond, persino un ministero del Tesoro comunitario. Questi, in estrema sintesi, i progetti di rilancio dell'Eurozona illustrati dalla Commissione Ue nel suo ultimo rapporto.

Il documento individua due fasi del processo. Da qui al 2019, data delle prossime elezioni per il rinnovo dell'Europarlamento e del previsto completamento del negoziato su Brexit, si tratta di ultimare procedimenti già avviati, in particolare l'unione bancaria, a cui oggi manca il terzo pilastro: uno schema di assicurazione unico sui depositi (Edis). Questo dovrebbe rimpiazzare e uniformare gli schemi nazionali, garantendo a tutti i correntisti dei Paesi che aderiscano all'unione bancaria un più solido e omogeneo sistema di garanzie (anche se non cambierà l'ammontare di depositi garantito oggi a livello nazionale: fino a 100mila euro).

Entro il 2019 la Commissione auspica anche un'intesa per completare il secondo pilastro dell'unione bancaria, il fondo unico di risoluzione bancaria, a cui occorre associare un paracadute finanziario in grado di puntellarlo. Nello schema istitutivo, è previsto che il fondo salva-banche sia progressivamente finanziato dai contributi dello stesso settore creditizio; nel caso di gravi shock che colpiscano contemporaneamente più banche tuttavia, le necessità di finanziamento potrebbero andare oltre la disponibilità del fondo. Di qui la necessità di un paracadute finanziario che – si legge nel rapporto della Commissione – potrebbe anche essere alimentato da una linea di credito dell'Esm.
Su entrambi questi strumenti l'obiettivo della Commissione è raggiungere un'intesa entro il 2019 per poi implementarli nella seconda fase, dal 2019 al 2025.

Gli European Safe Asset
È in questa seconda fase che si collocano le sfide forse più ambiziose: la proposta di creare un ministro delle Finanze e di un Tesoro dell'Eurozona e l'emissione di titoli definiti “European Safe Asset”, obbligazioni denominate in euro che potrebbero diventare un benchmark per i mercati finanziari europei nel momento in cui ce ne fossero abbastanza in circolazione.

La Commissione, consapevole della delicatezza del tema per alcuni Paesi come la Germania, sottolinea che gli European Safe Asset potrebbero prevedere una condivisione piena, parziale o nulla delle responsabilità di rimborso da parte degli Stati. Un'idea che non prevede alcuna mutualizzazione del debito è quella che un'istituzione pubblica o privata acquisti un portafoglio di titoli di Stato dell'Eurozona ed emetta poi obbligazioni garantite da quel pacchetto di bond sovrani. Un documento preparato a settembre per l'European Systemic Risk Board suggerisce che ad emettere queste Sovereign Bond Backed Security (Sbbs) potrebbe essere in futuro una neo-istituita Agenzia europea del debito.
Si tratterebbe, negli intenti della Commissione, di asset “sicuri”, di alta qualità, che le banche potrebbero acquisire in portafoglio senza eccessiva esposizione nei confronti di un unico Stato. Valutazioni preliminari di Standard&Poor's hanno tuttavia assegnato a questi bond appena un rating BBB-.

(a cura di Michele Pignatelli)

© Riproduzione riservata