Gli attentati a firma Isis in Gran Bretagna provocano ripercussioni politiche nel mondo arabo. Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Bahrein hanno infatti annunciato lo stop dei rapporti diplomatici con il Qatar, in seguito a crescenti tensioni tra i Paesi del Golfo circa il presunto appoggio qatariota a gruppi islamisti. Le quattro nazioni arabe hanno stabilito il ritiro del loro personale diplomatico dal Qatar - nazione ricca di gas e che ospiterà i Mondiali di calcio del 2022 - nonchè di voler tagliare il traffico aereo e marittimo verso il Paese peninsulare, tentando così di farne collassare l’economia (le prime compagnie ad applicare il bando sono Ethiad ed Emirates). Inoltre l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e il Bahrain hanno decretato l’espulsione di tutti i cittadini qatarini, dando loro 14 giorni per partire, ordinando anche ai loro cittadini che si trovano in Qatar di passaggio o come residenti di lasciare il Paese. L’Egitto, invece, ha espulso l’ambasciatore del Qatar al Cairo.
Le motivazioni
Non si tratta della prima iniziativa in questo senso: un tentativo di blocco nei confronti del Qatar era stato attivato nel 2014, senza efficacia. L'Arabia Saudita sostiene che il Qatar appoggi gruppi islamisti che mirano a destabilizzare la regione come la Fratellanza Musulmana, lo Stato islamico e al-Qaeda. Inoltre Doha è accusata di proteggere di mantenere buoni rapporti con l’Iran, nemico acerrimo delle altre monarchie del Golfo, segnatamente della più importante di esse, l’Arabia Saudita. Anche il Bahrein accusa esplicitamente il Qatar per «l'incitamento dei media, il sostegno alle attività terroristiche armate e i finanziamenti legati a gruppi iraniani per sabotare e diffondere il caos».
L’impatto in economia
Le conseguenze cominciano a farsi sentire anche nella vita economica. Il magnate egiziano Naguib Sawiris ha lanciato un appello agli uomini d’affari del suo Paese per ritirare i loro investimenti in Qatar, mentre alcune banche egiziane hanno già provveduto a bloccare i rapporti finanziari con le controparti di Doha. Nel frattempo anche il governo del Qatar si mobilita, chiedendo ai connazionali residenti negli Emirati Arabi di abbandonare il Paese entro 14 giorni.
Sale il petrolio, crolla Borsa del Qatar
Le nuove tensioni mediorientali hanno avuto un impatto immediato sulle quotazioni del petrolio. In apertura di seduta i futures sul Brent sono in aumento di oltre un punto percentuale a 50,6 dollari al barile. Il Qatar in realtà è un grande produttore di di gas naturale ma il mercato reagisce comunque a quello che interpreta come un rischio geopolitico. Nel corso della seduta tuttavia il prezzo del barile ha innestato la retromarcia (qui le quotazioni i ntempo reale). Pesante l’impatto sulla Borsa del Qatar, che in apertura cede il 5,7%, con il titolo Vodafone Qatar - il più scambiato sul mercato di Doha - in caduta del 9 per cento.
La cautela di Tillerson
Il segretario di Stato americano Rex Tillerson ha dichiarato di non aspettarsi che l’iniziativa dei quattro Paesi arabi abbia particolare effetto sulla lotta allo Stato islamico e al terrorismo in Medio Oriente. Tillerson sprona, anzi, le monarchie del Golfo ad abbandonare le loro divisioni e a unirsi in maniera più coordinata nel contrasto all’islamismo radicale.
La reazione di Doha
Per Doha è «ingiustificata» la rottura delle relazioni diplomatiche da parte di Arabia Saudita, Emirati, Bahrein ed Egitto. Sono decisioni «senza fondamento», ha reagito il ministero degli Esteri del Qatar, e hanno «un obiettivo chiaro: mettere lo Stato del Qatar sotto tutela, il che è una violazione della sua sovranità ed è totalmente inaccettabile».
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