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Bruxelles lancia il Fondo europeo per la Difesa

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INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE

Bruxelles lancia il Fondo europeo per la Difesa

Afp
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – La Commissione europea ha presentato ufficialmente oggi il nuovo Fondo europeo per la Difesa, tale da promuovere investimenti per un totale di cinque miliardi di euro. Il tentativo dell'esecutivo comunitario è doppio: evitare duplicazioni nelle spese nazionali e generare economie di scala. L'iniziativa giunge mentre Francia e Germania vogliono rafforzare la cooperazione nella difesa, complici l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione e una America più isolazionista che in passato.

«La popolazione in tutta Europa è preoccupata per la sicurezza loro e dei loro figli – ha detto il vice presidente della Commissione europea Jyrki Katainen –. Dobbiamo fare di più e meglio, in collaborazione con la Nato (…) Questo nuovo fondo sarà un catalizzatore per l'industria europea della difesa, che produce tecnologia ed equipaggiamento all'avanguardia e pienamente interoperativo. Gli stati membri rimarranno responsabili delle loro scelte, ma con più efficaci economie di scala».

Finanziamenti alla ricerca
Concretamente, il Fondo europeo per la Difesa avrà due capitoli. Il primo sarà dedicato alla ricerca. Il nuovo strumento finanziario concederà sussidi ai progetti più innovativi. Da qui al 2019, la Commissione europea metterà a disposizione 90 milioni di euro, di cui 25 milioni solo nel 2017, tutti provenienti dal bilancio comunitario. Dal 2020, il Fondo sarà dotato di 500 milioni di euro all'anno. Fin da oggi, Bruxelles lancia un bando, accettando proposte nel campo della tecnologia navale senza equipaggio.

Fondi a progetti di collaborazione tra più Paesi
Il secondo capitolo del nuovo strumento finanziario deve permettere di razionalizzare la spesa nell'acquisto di materiale o nello sviluppo di nuove tecnologie. In questo caso, il denaro è concesso a gruppi di paesi in collaborazione tra loro. Il fondo avrà a disposizione 500 milioni di euro per gli anni 2019 e 2020, e successivamente 1 miliardo all'anno. Secondo Bruxelles, grazie anche all'intervento della spesa nazionale, il Fondo dovrebbe generare nuovi investimenti per cinque miliardi euro.

La presentazione del nuovo fondo è coincisa con la pubblicazione di un rapporto sul futuro della difesa da qui al 2025. Questo settore è stato finora in mani nazionali. L'uscita del Regno Unito dall'Unione, l'isolazionismo crescente degli Stati Uniti del presidente Donald Trump e l'instabilità del vicinato europeo stanno inducendo i paesi membri a nuove forme di collaborazione, aprendo a possibili cooperazioni rafforzate. In questo contesto, il rapporto illustra tre possibili scenari.

Gli scenari
Il primo scenario è quello meno ambizioso. Stabilisce che i paesi restino responsabili della difesa nazionale, con cooperazioni ad hoc. Il secondo scenario prevede che i paesi mettano insieme attività operative e strumenti finanziari. Infine, il terzo scenario si basa sulla piena applicazione dell'articolo 42 dei Trattati, con la nascita di “una comune difesa e sicurezza”. Secondo la Commissione, i tre scenari non si escludono a vicenda, ma possono essere combinati l'uno con l'altro.
Anche i recenti attentati terroristici stanno contribuendo a una riflessione sul futuro della difesa europea. Razionalizzare la spesa e l'azione militare appare inevitabile. Restano da superare diffidenze nazionali e gelosie industriali. Sullo sfondo poi si staglia l'incognita sul futuro dell'arma nucleare francese. L'idea di un Fondo europeo per la Difesa è stata proposta dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel settembre scorso, e fatta propria dai Ventotto in dicembre.
BEDA ROMANO

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