Piegata dallo scandalo degli airbag difettosi, Takata, società giapponese di componentistica per autoveicoli, ha portato
i libri in tribunale, in quella che si profila come la maggiore bancarotta di una azienda industriale giapponese nel dopoguerra,
con passivita' indicate in circa 10 miliardi di dollari. Anche la controllata americana TK Holdings ha chiesto negli Usa le
procedure del Chapter11. Il Tokyo Stock Exchange provvederà entro un mese al delisting del titolo.
La societa' ha deciso di attivare le procedure fallimentari nell'ambito di un piano finalizzato a consentire una continuita nelle operazioni, che consenta il proseguimento della sostituzione di decine di milioni di airbag nel mondo, A questo scopo, Takata venderà i suoi asset alla rivale americana Key Safety Sistems, oggi parte del gruppo cinese Ningbo Joyson Electonic, per 175 miliardi di yen (1,6 miliardi di dollari).
Fino all'ultimo Takata aveva tentato di evitare il ricorso alle procedure fallimentari, ma l'intesa con la Case automobilistiche che hanno sostenuto anticipatamente i costi dei richiami in officina si e' rivelata impossibile. In un comunicato, Takata ha espresso le più profonde scuse ai creditori e ha chiesto “comprensione e supporto” per una ricostruzione del business aziendale.
Nata nel 1933 e controllata dalla famiglia del fondatore, Takata e' diventata negli ultimi decenni uno dei principali produttori mondiali di componentistica per la sicurezza. La situazione ha iniziato a precipitare alla fine del 2014, quando alcuni incidenti negli Stati Uniti connessi agli airbag a rischio di esplosione in condizioni estreme hanno provocato al morte di sei persone. Altri casi mortali sono avvenuti in seguito. Nel maggio 2015 la National Highway Traffic Safefy Administration raddoppio' l'ordine di richiamo a ben 33,8 milioni di vetture. In totale, si stima che siano circa 100 milioni gli airbag potenzialmente difettosi da sostituire (per decine di milioni di unita', l'operazione non e' stata ancora fatta). Solo a fine 2015 Takata annuncio' che non avrebbe più prodotto airbag con tecnologia basata sul nitrato di ammonio. Nel gennaio di quest'anno Takata raggiunse un settlement da un miliardo di dollari negli Usa. Ma altri contenziosi sono in corso. La strada della protezione dai creditori e' diventata obbligata.
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