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Il vice di Trump: «Contro la Corea tutte le opzioni sul tavolo»

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alta tensione nel pacifico

Il vice di Trump: «Contro la Corea tutte le opzioni sul tavolo»

  • – di Redazione Online
Afp
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Sulla Corea del Nord «tutte le opzioni sono sul tavolo», afferma il vice presidente
americano, Mike Pence, secondo quanto riportato dalla Cnn. Mentre Donald Trump mette in guardia la Cina: «non permetteremo più» che Pechino si limiti solo a parlare e non faccia nulla per aiutare gli Stati Uniti con la Corea del Nord. L'avvertimento, affidato a due tweet, arriva in contemporanea con il sorvolo di due bombardieri americani della penisola coreana in risposta all'ultimo test balistico di Pyongyang.

Un sorvolo che è una prova di forza, con gli Usa e gli alleati nell'area che mostrano i muscoli al leader nord coreano Kim Jong un in un'impotente esercitazione, durata dieci ore con le forze armate sud coreane e giapponesi. Contro la «minaccia della Corea del Nord, siamo pronti a usare una forza
schiacciante e letale» se necessario, dice il generale Terrence O’Shaughnessy, il comandante delle US Pacific Air Forces. L’esercitazione si accompagna al secondo test in un mese in Alaska del sistema missilistico di difesa Thaad: è stato un «successo» dice il Pentagono.

La tensione è salita dopo l’ultimo test balistico della Corea del Nord, che ha lanciato un missile Icbm potenzialmente in grado di raggiungere gli Stati Uniti. Trump si mostra frustrato di fronte al nuovo test e non lo nasconde. «Sono molto deluso dalla Cina» dice il presidente americano. «I nostri passati leader hanno consentito» a Pechino di «realizzare miliardi di dollari l'anno in scambi commerciali»: nonostante questo la Cina «non fa niente per noi con la Corea del Nord. Non consentiremo più che questo vada avanti. La Cina potrebbe risolvere facilmente il problema».

Trump si appresta a firmare a breve il progetto di legge che impone sanzioni alla Russia e colpisce anche la Corea del Nord. Pyongyang però è solo uno dei dossier caldi sul tavolo del presidente americano, concentrato sulle tensioni interne alla Casa Bianca che sembra sempre più un “Fight Club” e sull’incapacità del Congresso repubblicano a mantenere la promessa di abolire e sostituire l'Obamacare. Dopo gli attacchi e le minacce ai senatori, Trump ammorbidisce i toni: «non mollate, il mondo vi guarda». E ribadisce l’invito al senato a
rivedere le regole di voto, portando a 51 voti la maggioranza necessaria per l’approvazione, rispetto ai 60 attuali. Una revisione che renderebbe più facile la realizzazione dell’agenda di Trump.

La frustrazione del presidente americano sulla Corea dl Nord è condivisa dall’ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley: «La Cina è consapevole che deve agire. Non è solo un problema degli Stati Uniti: richiederà una soluzione internazionale» twitta. Parole dure arrivano anche dal segretario di stato, Rex Tillerson, che ha puntato il dito contro la Russia e la Cina accusandole di «avvantaggiare» Pyongyang.

Gli Stati Uniti non vogliono però chiedere una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, come ha dichiarato la Haley smentendo voci sull’intenzione da parte di Washington di chiedere la convocazione urgente dei Quindici dopo il nuovo lancio di un missile a lunga gittata da parte di Pyongyang. «Già ci sono molte risoluzioni che i nordcoreani violano con impunità - ha detto la Haley - : una riunione del Consiglio sarebbe peggio di niente perché manderebbe al dittatore nordcoreano il messaggio che la comunità internazionale non ha intenzione di metterlo seriamente di fronte alle sue responsabilità».

La Cina per ora resta in silenzio: il presidente Xi Jinping si presenta a una parata militare alla maggiore base del Paese in vista del 90mo anniversario dell’esercito, che cade martedì. Una visita per ricucire i rapporti dopo che la scure anticorruzione di Xi si è mostrata particolarmente dura con l’esercito, e in vista dell'importante appuntamento della leadership comunista per determinare la direzione politica dei prossimi cinque anni.

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