Donald Trump si scaglia contro la Cina su come sta gestendo i rapporti con la Corea del Nord: «Sono molto deluso. I nostri leader passati hanno concesso» a Pechino «di realizzare miliardi di dollari l'anno con gli scambi commerciali» e Pechino «non fa niente per noi con la Corea del Nord. Non consentiremo piu' che questo vada avanti. La Cina potrebbe risolvere facilmente il problema». Intanto ieri due bombardieri B-1B dell'Aeronautica militare degli Stati Uniti (Usaf) hanno sorvolato ieri la penisola coreana in “risposta diretta” ai recenti test missilistici nordcoreani. Lo rende noto la stessa Usaf, citata dai media internazionali.
Al termine delle dieci di ore di esercitazioni il generale Terrence O'Shaughnessy, il comandante del US Pacific Air Forces, ha dichiarato: «Gli Stati Uniti e i loro alleati sono pronti a usare una forza schiacciante e letale se necessario contro la Corea del Nord, che è la minaccia più urgente alla stabilità dell’area».
Nei giorni scorsi infatti Pyongyang ha effettuato un test missilistico che manifesta un ulteriore miglioramento delle capacità offensive del regime, in quanto lanciato in un orario e da un luogo sorprendenti. Non di prima mattina, come accade solitamente, ma intorno alla mezzanotte ora locale, e dalla provincia di Chagang, nel remoto nord del Paese.
Il missile, secondo la Corea del Nord, ha volato, partendo da Mupyong-ni, per 998 chilometri, coperti in 47 minuti e 12 secondi, innalzandosi fino a una altitudine di 3.724,9 km. Dati sostanzialmente confermati, con l'aggiunta che il missile è caduto dentro la zona economica esclusiva marittima del Giappone.
Un portavoce del Pentagono aveva dichiarato che in effetti si è trattato di un missile intercontinentale. Secondo alcuni esperti, non è più solo l'Alaska, ma anche la costa orientale degli States (con Los Angeles) a essere alla portata degli Icbm del regime di Kim.
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