I paesi del Sud Europa (ma non solo ovviamente) in futuro potrebbero attingere all'Esm (Meccanismo di stabilità europeo) «non solo in caso di fallimento, ma anche per migliorare le congiunture in periodi negativi e in casi di catastrofi naturali». È lo scenario cui starebbe lavorando il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, secondo la Bild. In cambio però, lo stesso Esm dovrebbe acquisire «maggiore influenza nelle politiche di bilancio degli Stati dell'Eurozona».
Fino all’ipotesi non esplicitata chiaramente in questa occasione, ma ipotizzata in passato dalla Bundesbank e dallo steso ministro delle Finanze tedesco di sostituire la Commissione europea, considerata troppo politica, nella verifica dei conti pubblici e relative sanzioni, con il Fondo salva stati europeo (Esm), l’erede dello EFSF.
Il piano, che potrebbe concretizzarsi dopo le elezioni tedesche del 24 settembre, sarebbe stato concepito per andare incontro anche alle richieste del presidente francese Emmanuel Macron, scrive ancora la Bild. Il tabloid tedesco riferisce, in tono allarmato, che in questo modo «la Germania, attraverso la porta di servizio, metterebbe a disposizione soldi dei contribuenti, per sostenere una maggiore
crescita di Italia, Francia and co.». E aggiunge che «non è chiaro se e quando gli Stati sarebbero tenuti a restituire questi soldi». Le ultime considerazioni risentono del clima elettorale del Paese che va al voto il 24 settembre, ma in realtà Schauble sta pensando da tempo di dare più potere all’Esm a danno della Commissione europea considerata troppo debole e sensibile alle richieste dei paesi memebri. La proposta quindi è molto più complessa di quanto appaia a prima vista.
Il Meccanismo di stabilità europea è dotato di 80 miliardi di euro, dei quali la maggior parte tedeschi (22 miliardi). Attraverso un Esm più influente sulle politiche finanziarie e di bilancio, la Germania avrebbe di fatto, come contropartita, più voce in capitolo degli altri sia perché maggior azionista sia perché a capo del Fondo c’è un tedesco, Klaus Regling .
Secondo la Commissione invece l'European Stability Mechanism, è solo uno «strumento centrale per la gestione delle crisi potenziali nella zona euro», non il guardiano dei conti degli stati membri anche se povrebbe eventualmente diventare «il futuro sostegno comune di ultima istanza dell'Unione bancaria». Passo non facile se si pensa che l'unione bancaria manca ancora di un sistema comune di garanzia dei depositi perché non c'è la fiducia necessaria tra gli Stati partner.
L'evoluzione dell'Esm potrebbe facilitare il rafforzamento della ‘governance' economica e dell'integrazione delle politiche di bilancio. Non a caso il presidente francese Emmanuel Macron punta a un bilancio dell’eurozona e a un ministro delle Finanze comune. Nella visione tedesca presupposto di questa prospettiva sono il rispetto delle regole di bilancio, non certo l'allontanamento dal quadro di misure di austerità e bilanci in pareggio garantite dal Patto di stabilità e dal Fiscal compact.
Le precisazioni della portavoce
«Non sono previsti eurobond, né pentole miliardarie», «ma in gioco c'è lo sviluppo del Meccanismo di stabilità europeo e l'approfondimento dell'Eurozona». Lo ha detto la portavoce di Wolfgang Schaeuble, oggi in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulle notizie diffuse dalla Bild, a proposito del futuro ruolo dell'Esm. La portavoce ha voluto chiarire che alcuni elementi dell'articolo del tabloid sono «sbagliati». Quindi ha spiegato: «I Paesi non saranno scaricati delle loro responsabilità». «L'Esm potrebbe avere un ruolo più forte nella prevenzione delle crisi dell'eurozona», ha anche affermato, sottolineando poi che «garanzia e controllo politico sulle decisioni devono andare allo stesso livello».
© Riproduzione riservata