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E-commerce e debito mandano i giocattoli di Toys R Us in bancarotta

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chapter 11 per la catena americana

E-commerce e debito mandano i giocattoli di Toys R Us in bancarotta

Il boom del commercio online batte le vendite al dettaglio nei negozi fisici, almeno per quanto riguarda i giocattoli. Ne fa le spese il colosso dei giocattoli americano Toys «R» Us, che ha depositato la documentazione per il Chapter 11, la bancarotta assistita. Sulle spalle dell’azienda pesava anche da diversi anni un debito che si è rivelato troppo pesante e ha reso più difficile definire una strategia al passo con i tempi.

La crisi dell’industria
La riorganizzazione tramite il Chapter 11 della maggiore catena di giocattoli americana è l'ultimo segnale, in ordine temporale, della crisi dell'industria delle vendite al dettaglio che risente dell'ascesa di Amazon. Non è in crisi, infatti, il mercato dei giocattoli, bensì il canale commerciale tradizionale. Con il Chapter 11, Toys R' Us punta a ristrutturare i suoi 400 milioni di dollari di debito in scadenza il prossimo anno.

Il peso del debito
C’è poi il debito. Secondo Jim Silver, analista sentito da Bloomberg, il Chapter eleven è dovuto «all’accumulo di problemi degli ultimi 15 anni». Senza questo fardello l’azienda avrebbe ancora avuto «tra i 500 e i 600 milioni di dollari all’anno di utile. Il problema è il debito».

L'ipotesi di una bancarotta aleggia da giorni e ha spinto le agenzie di rating a tagliare la loro valutazione sulla società, riflettendo le attese del mercato. Nelle ultime ore Standard & Poor's e Fitch hanno rivisto al ribasso il rating di Tots R' Us in seguito alla crescente possibilità di una ristrutturazione del debito.

La società ha precisato che non ha intenzione di chiudere negozi e che la sua rete commerciale a livello globale continuerà ad operare regolarmente. «Come per ogni azienda di commercio al dettaglio - ha spiegato Michael Freitag, portavoce di Toys «R» Us - le decisioni su future chiusure di negozi saranno prese in base a logiche di business».

PRECISAZIONE
A corredo di questo articolo, avente ad oggetto, come chiarito nel testo e nel titolo, il ricorso alla bancarotta assistita da parte della catena TOYS R' US, è stata pubblicata, per errore, l'immagine di un negozio con il marchio “TOYS CENTER”, marchio di esclusiva pertinenza della Società Holding dei Giochi Spa, del tutto estranea alla vicenda, riguardante esclusivamente il noto player americano. Ci scusiamo pertanto con la Holding dei Giochi Spa e con i nostri lettori per l'equivoco in cui il sito è involontariamente incorso. L’immagine in apertura dell'articolo è ora corretta.

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