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I due volti della Brexit: turismo record in GB e sale deficit commercio

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Effetto della Sterlina debole

I due volti della Brexit: turismo record in GB e sale deficit commercio

Mentre Londra rimpalla su Bruxelles le responsabilità dell'impasse nel negoziato sulla Brexit, il Regno Unito continua a confrontarsi con i riflessi economici del divorzio dalla Ue, che - complice l'indebolimento della sterlina - vanno da un'annata record per il turismo al peggioramento del deficit commerciale. Secondo l'agenzia britannica per il turismo, il 2017 potrebbe chiudersi con un nuovo massimo storico per il settore, con l'arrivo di circa 40 milioni di visitatori esteri. Basandosi sull'andamento del primo semestre, che ha segnato un aumento degli arrivi dell'8%, Visit Britain prevede sull'intero anno un incremento dei turisti del 6% a 39,7 milioni. Dovrebbero anche aumentare le loro spese, stimate a 25,7 miliardi di sterline (+14%), pari a 28,7 miliardi di euro, sull'intero anno.

Londra sempre la più visitata, anche dagli stessi inglesi

Londra, resta al centro delle visite, sostenute da un'importante attività di promozione delle autorità e dei professionisti del settore. Come ha sottolineato il presidente dell'authority turistica britannica, Steve Ridgway, la flessione del 16% della sterlina rispetto alle principali monete ha reso il Regno Unito una meta più attraente per i visitatori esteri, ma anche indotto più cittadini britannici a trascorrere le vacanze in patria, perchè le destinazioni estere sono diventate più costose. L'andamento della valuta ha, però, reso più onerose pure le campagne promozionali all'estero, lamenta VisitBritain.

Bene l'industria domestica, ma sale il decifit commerciale

Nel frattempo, anche l'industria domestica procede a un buon ritmo. In base ai dati diffusi oggi, la produzione industriale in agosto ha segnato una crescita dello 0,2%, in linea con le attese, anche se leggermente inferiore allo 0,3% di luglio. Il settore ha beneficiato soprattutto della buona tenuta del comparto manifatturiero (+0,4%), in particolare nel segmento metalli (+2,7%) e prodotti elettronici (+3,7%). In flessione, come nel mese precedente, il comparto minerario e petrolifero (-2%), a causa della frenata dell'estrazione di petrolio e gas dal Mare del Nord per lavori di manutenzione in estate. Sull'altro piatto della bilancia dell'effetto-Brexit, c'è l'allargamento del deficit commerciale di beni e servizi, aumentato in agosto di 1,7 miliardi rispetto a luglio a 4,6 miliardi. Nei tre mesi ad agosto il deficit, escludendo i beni 'erratici', è salito di 2,9 miliardi rispetto ai tre mesi a maggio e se si includono i beni 'erratici' - come l'oro non monetario - il disavanzo è aumentato di 6,2 miliardi a 13,2 miliardi, riflettendo un aumento dell'import del 2,5% (4,1 miliardi) e un calo dell'export dell'1,4% (2,1 mld). Tra l'altro a peggiorare, nei tre mesi, è stato l'export verso i Paesi non-Ue (-4mld, per metà legati alle vendite di carburante), mentre le esportazioni verso la Ue sono salite di 1,7 miliardi, sostenute dalle vendite di macchinari e attrezzature per il trasporto. «Il deficit commerciale delude», commenta Howard Archer, economista presso la EY Item Club, rilevando che l'export resta deludente considerando il livello della sterlina e la solida crescita mondiale.
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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