Il cancelliere austriaco in pectore Sebastian Kurz ha invitato alle consultazioni la destra oltranzista del Fpoe, per costituire il nuovo governo a Vienna.
Duro il giudizio dell'ex cancelliere uscente, il socialdemocratico Christian Kern: «Quello che otterremo è una coalizione ideologica e antidiluviana dei due partiti di destra, che già da tempo si sono avvicinati sul piano dell'ideologia e del contenuto». «Avrei risparmiato volentieri questo al paese», ha aggiunto. La futura coalizione non è un caso, ma «è stata preparata a lungo»” dal giovane cancelliere in pectore, Sebastian Kurz.
Dopo aver vinto le elezioni parlamentari della scorsa settimana con il 31,5 per cento dei voti, il partito di Kurz è privo di una maggioranza e ha bisogno di un partner di coalizione per ottenere il controllo del parlamento e formare un governo stabile. Solo due parti hanno posti sufficienti per farlo - i socialdemocratici e la destra oltranzista del Fpoe.
«Ho quindi deciso di invitare oggi il leader del Fpoe Heinz-Christian Strache a partecipare a colloqui di coalizione», ha detto Kurz a una conferenza stampa tenuta presso la sede del Partito Popolare, aggiungendo che un governo di minoranza è un “buon piano B” se questi colloqui dovessero fallire escludendo così la riedizione della Grande coalizione.
A Strasburgo il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber ha gettato acqua sul fuoco circa la scelta di un partner euroscettico con cui formare il nuovo esecutivo in Austria. Con il Ppe Sebastian «Kurz è stato chiarissimo sul fatto di voler formare un governo pro-Ue, non c'è discussione su un'uscita dall'Ue e sull'uscita dall'euro». In questo quadro, ha sottolineato, «è consentito avere opinioni diverse» ma «dovremmo badare molto ai contenuti» per quanto riguarda i discorsi sulle coalizioni.
Alcuni leader europei hanno espresso preoccupazione per il possibile ritorno al potere del Fpoe, fondato negli anni Cinquanta da ex nazisti. Il partito ha aumentato costantemente la sua popolarità fino a raggiungere il 26% dei voti nell'ultima elezione battendo sul tasto dei migranti e della riduzione delle tasse.
Negli ultimi anni, Strache ha espulso alcuni suoi membri per dichiarazioni antisemitiche e ha abbandonato le richieste di referendum perché l'Austria lasci l'Unione europea. Ultimamente Strache ha chiesto solo di riportare alcune competenze da Bruxelles a livello nazionale secondo il principio di sussidiarietà.
Kurz - che ha preso una linea dura sull'immigrazione durante la campagna elettorale che si è sovrapposta fortemente a quella del Fpoe - ha cercato di allentare tali preoccupazioni da parte di alcune cancellerie europee e ha ripetuto che ogni governo deve avere un «chiaro orientamento pro-europeo».
Secondo Barbara Kolm, presidente dell'Austrian economic center di Vienna, un think tank ascoltato dall'estrema destra di Strache, il nuovo governo dovrà «ridurre le tasse e i contributi previdenziali, e contemporaneamente ridurre le spese. Il governo dovrà tagliare il costo del lavoro favorendo riforme strutturali del sistema di sicurezza sociale e di welfare. Infine dovrà tagliare gli oneri burocratici».
Secondo Kolm «lo Stato deve tornare alle sue funzioni fondamentali. Rispettare lo stato di diritto, liberare la creatività imprenditoriale e permettere alle persone di prendere le proprie decisioni e di essere responsabili di se stesse. I più grossi errori che molti governi hanno compiuto negli ultimi decenni sono stati quelli di iniettare i soldi del contribuente nel sistema ma, una volta in funzione il motore economico, non si sono fermati. In altre parole non hanno letto la seconda parte di Keynes. La parte cioè quando Keynes ha dichiarato che una quota di spesa pubblica oltre il 25% è pericolosa e al giorno d'oggi in Austria siamo oltre il 43%. È ora di tornare a Hayek».
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